Ieri, 2 aprile, SpaceX ha lanciato con successo 10 satelliti dallo spazioporto di Vanderberg per la Space Development Agency (SDA). Questi satelliti fanno parte della megacostellazione PWSA, o “Proliferated Warfighter Space Architecture” che la SDA sta sviluppando per conto della Space Force. PWSA si divide in diversi “layers”, dei livelli che rappresentano le diverse funzionalità dell’intera costellazione.
Nel lancio erano presenti 8 satelliti del Transport Layer, sviluppati dall’azienda York Space, e due del Tracking Layer, prodotti da SpaceX stessa sulla base del bus satellitare di Starlink o di quello di Starshield. Il Transport layer è pensato per fornire una rete di comunicazione tattica a bassa latenza che includa anche la comunicazione con altri asset nello spazio. Transport sarà composto da circa 300-500 satelliti che forniranno una copertura quasi globale per le truppe americane sulla terra.
Il Tracking Layer è una serie di satelliti molto desiderata dal pentagono per tracciare i lanci di missili balistici intercontinentali, ma soprattutto le nuove armi ipersoniche. Costruendo un layer con sensori a infrarosso WFOV (Wide-field of View), la SDA mira a risolvere il problema dei sensori degli attuali satelliti posti in orbita geostazionaria GEO che tendono a sfuggire ai missili ipersonici. La Space Force sembra apprezzare molto questa architettura di tracciamento o “early Waring” tanto da raddoppiare il bilancio richiesto per il progetto.