Un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal dottor José Ángel Martínez-Climent dell’Università Cima di Navarra, ha creato degli avatar di pazienti con i topi. I topi-pazienti sono affetti da mieloma multiplo e l’avatar è stato creato per studiare e sviluppare trattamenti personalizzati contro questo tumore del sangue, il secondo tumore ematologico più frequente e incurabile nella maggior parte dei casi. Questi topi possono imitare la diversità genetica e immunologica dell’origine e dell’evoluzione di questa malattia nei pazienti. Questo progresso permetterà ai ricercatori di progettare terapie più efficaci e personalizzate per il mieloma multiplo. Lo studio multicentrico, pubblicato su Nature Medicine, ha visto la partecipazione di ospedali, centri di ricerca e aziende biotecnologiche e farmaceutiche di Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Giappone. I principali ricercatori del progetto fanno parte del Cancer Center Clínica Universidad de Navarra e appartengono al Centro de Investigación Biomédica en Red en Cáncer (CIBERONC) e all’Instituto de Investigación Sanitaria de Navarra (IdiSNA).

Un “catalogo” del mieloma multiplo

Il mieloma multiplo è un tumore del sangue che si manifesta nel midollo osseo. È causato dalla proliferazione delle plasmacellule, cellule immunitarie responsabili della produzione di anticorpi. È una malattia eterogenea, il che significa che può presentarsi in modi diversi e avere risposte diverse al trattamento. Per soddisfare l’esigenza medica di nuovi trattamenti per curare la malattia, i ricercatori hanno utilizzato l’ingegneria genetica e le tecnologie multi-omiche cellulari e molecolari per analizzare più di 500 topi geneticamente eterogenei che sviluppano il mieloma multiplo e le cellule tumorali di oltre 1.000 pazienti affetti dalla malattia. Questi campioni provengono da pazienti assistiti nell’Area Tumori Ematologici del Cancer Center Clínica Universidad de Navarra. Grazie a questa analisi, “abbiamo generato topi “artificiali” che riflettono accuratamente gli aspetti chiave dell’origine e dello sviluppo del mieloma multiplo nell’uomo. Questo ci permette di studiare la progressione della malattia, di testare alternative terapeutiche e di prevedere la risposta a combinazioni di farmaci immunoterapici in clinica”, afferma Marta Larrayoz, ricercatrice del Programma di Emato-Oncologia dell’Università Cima di Navarra e prima autrice dello studio.

Le implicazioni per i pazienti

I ricercatori devono essere in grado di contrastare e convalidare le informazioni fornite dai modelli preclinici con i dati dei pazienti per far progredire il lavoro di laboratorio.

“Grazie alla collaborazione in corso con gli ematologi del Cancer Center Clínica Universidad de Navarra, abbiamo identificato nei nostri modelli murini di mieloma multiplo una correlazione tra le caratteristiche genetiche e immunologiche di ciascun tumore e la sua risposta selettiva alle terapie precliniche”, afferma José Ángel Martínez-Climent, ricercatore principale e coordinatore dello studio, anch’egli appartenente al Programma di Emato-Oncologia del Cima.

Questa ricerca permetterà ai ricercatori di anticipare i risultati del trattamento con le immunoterapie di nuova generazione e di imitare in laboratorio le situazioni cliniche associate ai risultati peggiori, come il mieloma multiplo ad alto rischio, la malattia extramidollare o la resistenza terapeutica acquisita. “Questo scenario ci offre l’opportunità di progredire nello studio di nuove strategie terapeutiche e di ottimizzare la progettazione di futuri studi clinici di immunoterapia”, afferma Martínez-Climent. Inoltre, “stiamo testando nuove terapie in modelli sperimentali nelle fasi della malattia in cui le cellule del mieloma multiplo potrebbero essere più vulnerabili, in particolare nelle condizioni precursori o nello stato di malattia minima residua (dopo il trattamento, quando rimangono poche cellule tumorali). A tal fine, abbiamo avviato numerose collaborazioni scientifiche con le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando studi clinici su questa malattia per condurre questi stessi studi nei nostri topi”. Questo lavoro ha ricevuto finanziamenti dalla Rete imCORE, dal Ministero della Salute, dal Ministero della Scienza e dell’Innovazione, dall’Istituto di Salute Carlos III (cofinanziato con fondi FESR), dalla Fondazione Paula e Rodger Riney e dalla Fondazione Arnal Planelles. Ha inoltre ricevuto il sostegno di altre istituzioni pubbliche e private, come Iberdrola, attraverso l’Associazione spagnola contro il cancro nell’ambito del suo bando per le “Borse di accelerazione” (Progetto EDITOR).