La settimana scorsa, Epic ha presentato quello che definisce “Creator Economy 2.0“. In sostanza, il publisher promette di riempire di soldi i creatori di contenuti di Fortnite. Cioè chiunque crei mappe personalizzate (che il gioco chiama “isole”) coinvolgenti, usando la modalità creativa.

Con il nuovo sistema, Epic spiega che pagherà il 40% dei ricavi netti di Fortnite ogni mese ai creatori in base all’interazione dei giocatori con le isole che non sono di proprietà di Epic. Come su YouTube o qualsiasi altro social con criteri di monetizzazione, i creatori di contenuti non percepiranno un fisso, ma ottengono soldi a seconda delle performance delle loro creazioni. Se per guadagnare tanto con YouTube serve che il video raccolta molti click, su Fortnite bisogna invece creare delle mappe personalizzate che intrattengano gli altri utenti per il maggior numero di ore cumulative possibile.

Ciò significa che il 40% dei soldi che Epic guadagna dalle micro-transazioni all’interno del gioco finirà nel pool destinato a ricompensare gli utenti attivi nella Creative Mode. Ma c’è una grande fregatura…

Fortnite genera attualmente “miliardi di dollari l’anno in ricavi dalle acquisizioni dei giocatori”, come ha spiegato Saxs Persson, dirigente di Fortnite, durante l’evento State of Unreal della scorsa settimana.

The Verge ha provato a fare due conti:

Quindi, anche se assumiamo che ciò si traduca in soli 1 miliardo di dollari di ricavi netti all’anno, almeno 400 milioni di dollari all’anno saranno messi a disposizione degli utenti. Ma c’è una grande fregatura: anche le isole in-game di proprietà di Epic, tra cui perfino la modalità Battle Royale, sono idonee per ricevere i pagamenti destinati al pool di ricavi. Epic mette quindi molti soldi sul tavolo con una mano, per poi infilarsene la maggior parte in tasca con l’altra.

Yikes. Recentemente Persson ha anche annunciato che la modalità Creativa ormai rappresenta circa il 40% del tempo passato in gioco dagli utenti di Fortnite. Approssimativamente, secondo The Verge questo significherebbe che Epic non soltanto tratterà il 60% dei ricavi (e ci mancherebbe), ma anche il 60% dei fondi che in teoria dovrebbero essere destinati ai creatori di contenuti.