Una nuova ricerca mostra che le persone con una storia di disturbi mentali, come la depressione, il disturbo bipolare o i disturbi d’ansia, presentano marcatori ematici che evidenziano un invecchiamento biologico superiore alla loro età cronologica effettiva. Questo potrebbe spiegare perché le persone con problemi di salute mentale tendono ad avere una durata di vita più breve e un maggior numero di malattie legate all’età rispetto alla popolazione generale. Il dottor Julian Mutz e la professoressa Cathryn Lewis, del King’s College di Londra, hanno esaminato i dati relativi a 168 diversi metaboliti del sangue di 110.780 partecipanti alla UK Biobank2. Hanno collegato questi dati alle informazioni sulla presenza o meno di una storia di malattia mentale e hanno scoperto che i soggetti affetti da malattia mentale presentavano un profilo di metaboliti più vecchio di quello che ci si sarebbe aspettati per la loro età.
Presentando il lavoro al Congresso europeo di psichiatria di Parigi, il ricercatore principale, il dottor Julian Mutz (King’s College di Londra), ha dichiarato:
“È ora possibile prevedere l’età delle persone in base ai metaboliti del sangue. Abbiamo scoperto che, in media, coloro che hanno avuto una storia di malattia mentale nel corso della vita avevano un profilo metabolico che implicava che fossero più vecchi della loro età reale. Ad esempio, le persone affette da disturbo bipolare presentavano marcatori ematici che indicavano un’età superiore di circa 2 anni rispetto alla loro età cronologica”. Le stime dell’effetto variano a seconda della condizione di salute mentale. Spesso le persone con cattiva salute mentale mostrano una maggiore tendenza a sviluppare condizioni come le malattie cardiache e il diabete, e queste condizioni tendono a peggiorare con l’età. Uno studio del 2019 ha rilevato che in media le persone affette da disturbi mentali hanno un’aspettativa di vita inferiore (rispetto alla popolazione generale) di circa 10 anni per gli uomini e di sette anni per le donne.
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