Un giudice federale ha dato ragione ai quattro editori americani – capitanati dal colosso Hachette Book Group – contro l’Internet Archive, in quella che è stata definita una causa di alto profilo che avrebbe potuto ridefinire le leggi sul diritto d’autore.

Il giudice ha dichiarato che la biblioteca digitale senza scopo di lucro lanciata dall’Internet Archive ha violato i diritti d’autore dei gruppi editoriali, prestando copie digitali scannerizzate dei loro libri.

La causa è nata dalla decisione dell’Internet Archive di lanciare la “National Emergency Library” durante i primi giorni della pandemia. Il programma offriva oltre 1,4 milioni di e-book gratuiti, comprese opere protette da copyright, in risposta alla chiusura delle biblioteche in tutto il mondo a causa delle misure di lockdown.

Prima di marzo del 2020, il programma Open Library dell’Internet Archive funzionava con un sistema di prestito digitale controllato: un solo prestito digitale per volta per ogni copia fisica dei libri effettivamente in possesso delle librerie che avevano partecipato all’iniziativa.

Quando è scoppiata la pandemia, l’organizzazione aveva scelto di rimuovere quelle restrizioni per facilitare l’accesso ai materiali di lettura, in un periodo in cui tutte le biblioteche pubbliche tradizionali erano state costrette a chiudere. Il giudice ha respinto l’argomentazione dell’Internet Archive, che affermava che l’iniziativa era protetta dal principio di Fair Use, che consente l’uso non autorizzato di opere protette da copyright in determinate circostanze. L’Internet Archive ha  già annunciato l’intenzione di fare appello.