Nel tentativo di persuadere gli antitrust di mezzo mondo a dare luce verde all’acquisizione di Activision Blizzard, costata oltre 70 miliardi di dollari, Microsoft ha siglato un patto decennale con Nintendo e alcune altre aziende, dove si obbliga a garantire che Call of Duty e altre sue IP rimarranno multipiattaforma.
In sostanza, se la preoccupazione è che Call of Duty – una saga che vende ogni anno decine di milioni di copie – diventi un’esclusiva delle console Xbox, Microsoft si impegna a fare in modo che questo non succeda, garantendo che arrivi anche su Nintendo Switch e su piattaforme in cloud come GeForce NOW.
Microsoft ha proposto lo stesso accordo anche a Sony, che tuttavia – almeno per ora – non ci pensa nemmeno a firmare. Il motivo? «Cosa succede alla scadenza dei dieci anni?», si chiede l’azienda giapponese.
Sony sostiene che il patto non fornisca sufficienti garanzie, perché nulla vieterebbe a Microsoft di rendere Call of Duty un’esclusiva dopo il 2035. Microsoft non risponde nel merito alla domanda di Sony, limitandosi a constatare l’ovvio. “Sony è il più grande publisher al mondo e produce le console più popolari sul mercato”, avrebbe risposto l’azienda davanti al CMA, l’antitrust del Regno Unito. “Ha tutte le risorse e gli strumenti per poter realizzare un’alternativa di successo a CoD nell’arco dei prossimi dieci anni”.
Insomma, magari è vero: tra dieci anni CoD diventerà un’esclusiva di Microsoft. Ma a quel punto la colpa sarebbe di Sony, che avrebbe lasciato decorrere un intero decennio senza sviluppare un franchise in grado di competere ad armi pari con la saga di Activision.