Da oggi, 17 marzo, è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix la serie animata Agent Elvis di cui vi proponiamo qui di seguito un’analisi. In questa recensione di Agent Elvis c’è da sottolineare come questo cartone sia un prodotto interessante e curato con attenzione, capace di attirare sicuramente gli appassionati del re del rock, ma non solo. Un cartone animato violento e non per bambini, e che proprio per questo motivo riesce a tirare fuori elementi capaci di attirare davanti lo schermo un pubblico adulto.
Tra humour, spionaggio e rock
Abbiamo intitolato questa recensione di Agent Elvis sfruttando lo storico lungometraggio Agente 007 – Al Servizio Segreto di sua Maestà proprio per sottolineare il mood da spy story che contraddistingue questa serie animata. Per tutti gli appassionati è risaputo che Elvis, durante gli anni Settanta, abbia chiesto al Presidente Nixon in persona di diventare un agente segreto, sfruttando anche le sue capacità di lottatore di Kung Fu. Ed in Agent Elvis questo spunto viene utilizzato per mettere il re del rock nella folle condizione di avere al suo fianco due assistenti ed una scimmia per affrontare i nemici più disparati e pericolosi. L’aspetto intrigante è il fatto che Agent Elvis si contamini con tanti eventi storici e musicali, il contesto di fine anni Sessanta ed inizio Settanta viene ben sfruttato, mettendo Presley a confronto con figure come Charles Manson, l’allunaggio, ed i momenti che hanno caratterizzato quella sua parte di carriera: dallo Special televisivo degli anni Sessanta, fino ai suoi concerti alle Hawaii. In Agent Elvis troviamo un personaggio cartoonesco ma, allo stesso tempo, capace di ricalcare ciò che il vero Elvis ha fatto in vita. Ed a garantire tutto ciò c’è la presenza come produttrice del progetto di Priscilla Presley, sua ex moglie e persona più amata.
L’aspetto intrigante è il fatto che Agent Elvis si contamini con tanti eventi storici e musicali, il contesto di fine anni Sessanta ed inizio Settanta viene ben sfruttato.
Agent Elvis sfrutta un tipo di animazione alla Cartoon Network, che utilizza personaggi disegnati in stile leggermente caricaturale, ma che creano un comparto visivo adattissimo per uno show adulto. Il sangue, i momenti splatter ed i contenuti maturi (con tanto di utilizzo di droghe pesanti) non mancano. E questo aiuta a definire bene ciò che intende fare Agent Elvis: proporsi ad un pubblico di persone adulte, che dovrebbero o vorrebbero anche conoscere il percorso del re del rock, e che possono essere soddisfatte dalla cura ed attenzione storica e del contesto delle varie puntate. Chiaramente non mancano delle interessanti trame spy, che però avrebbero potuto essere un po’ più articolate, fermandosi meno alla superficie. Quell’aspetto caricaturale, infatti, è visibile non solo nel tratto visivo della serie, ma un po’ anche nella scrittura, con un Elvis che rimane quasi sempre bidimensionale, e questo è un peccato se si considera la profondità del personaggio ed il suo percorso artistico e personale. Ma, alcuni cenni dell’Elvis tormentato ci sono, come i suoi momenti di delirio sul palco. E a dare spessore a livello recitativo al character c’è in lingua originale la voce di Matthew McConaughey, che da uomo del Texas riesce a dare un’impronta vocale ben precisa ad un altro uomo del Sud quali è lo stesso Presley.
L’attenzione per il periodo storico e sul percorso di Elvis
Agent Elvis è una serie raccomandata a tutti gli appassionati del re del rock, che non rimarranno delusi dall’attenzione con cui è stata curata la serie, nonostante il suo intento non biografico. Ma ogni episodio scandisce un momento storico ed un pezzo del percorso artistico e di vita di Elvis, aggiungendo delle buone trame spy, degli alleati che non lasciano indifferenti (soprattutto la scimmia viziosa Scatter), e dei momenti di humour che condiscono ulteriormente la serie animata. Siamo in un’era dell’intrattenimento in cui, per fortuna, ormai da decenni si è sdoganata l’idea del cartone animato come semplice prodotto per bambini, ed Agent Elvis ha tutta l’intenzione di volere intrattenere un certo tipo di pubblico, mettendoci dentro tuti gli elementi che possono caratterizzare uno show animato per persone anagraficamente più grandi.
Ogni episodio scandisce un momento storico ed un pezzo del percorso artistico e di vita di Elvis, aggiungendo delle buone trame spy.
Gli appassionati di musica rock si lasceranno trascinare anche dai riferimenti ad altri miti di quell’epoca, come la presenza dei The Doors, e l’antipatia (o invidia) che l’Elvis maturo nutriva per il giovane ed in ascesa Jim Morrison. Forse solo la presenza di Priscilla Presley poteva aiutare a inserire dei piccoli dettagli che rendono preziosa questa Agent Elvis, che arriva in un periodo in cui la figura del re del rock è stata ulteriormente riportata in auge dal film di Baz Luhrmann, con Austin Butler protagonista.
In conclusione, consiglio la serie animata Agent Elvis a tutti gli appassionati di serie animate mature da contorni humour, ai fan del Re del Rock, e di storie ambientate negli USA degli anni Sessanta e Settanta.
Agent Elvis è disponibile dal 17 marzo su Netflix.
Agent Elvis è una serie animata che riesce ad intrattenere soddisfacendo anche gli appassionati duri e puri di Elvis, grazie ad un'attenta ricostruzione del suo percorso artistico e personale.
- Un buon mix di humour e spy story.
- Grande attenzione sul percorso di Elvis e sul contesto storico.
- Personaggi in alcuni momenti un po' troppo caricaturali.