Studio delle emozioni: neonati protagonisti di un Baby lab

neonati

Il progetto In Sync del Baby lab dell’Università d’Annunzio di Chieti si focalizza sullo studio dello sviluppo e delle competenze dei bambini fin dalla più tenera età, mediante l’analisi degli scambi quotidiani tra madre e figlio e la valutazione delle loro acquisizioni. Il laboratorio dell’ateneo ha da sempre dedicato la propria attenzione alla prima infanzia e, sin dalla creazione del corso di laurea, si è impegnato nella ricerca su questo tema. 

Il professor Mirco Fasolo è il responsabile del laboratorio, mentre la professoressa Maria Spinelli guida il progetto rivolto ai bambini tra i 3 e i 9 mesi di età. Insieme alle loro mamme, questi “piccoli scienziati” diventano fondamentali per la ricerca, poiché durante le loro interazioni giocose e le filastrocche consentono di studiare lo sviluppo delle loro competenze e di prevenire eventuali problematiche future attraverso la raccolta di dati. I ricercatori utilizzano un macchinario di altissima tecnologia per analizzare come mamma e bimbo coordinino espressioni, movimenti, battito cardiaco, respiro e persino le aree cerebrali legate alle emozioni e con quale intensità. 

La coppia viene osservata attraverso riprese video e questionari a 3, 6 e 9 mesi per valutare come la relazione influisca sullo sviluppo emotivo e non solo del bambino durante le diverse fasi di crescita. Il laboratorio è composto da quattro psicologi strutturati e coinvolge decine di collaboratori, borsisti, ricercatori, studenti e post-laurea. Chiunque può partecipare alla ricerca, giocando con il proprio bambino. Per questo motivo, il laboratorio dell’Università di Chieti invita tutti i genitori di bambini dai 3 mesi in su a partecipare ai progetti in corso, compilando il modulo sul sito del Baby Lab o chiamando o inviando un messaggio Whatsapp al numero 3515608329. Secondo la professoressa Spinelli, senza la partecipazione dei genitori non sarebbe possibile studiare i progressi dei bambini, e l’obiettivo del laboratorio non è solo quello di prevenire patologie, ma anche di promuovere il benessere dei bambini e dei loro genitori.

 

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