Navalny, il documentario fresco di Oscar all’ultima cerimonia degli Academy Awards, torna nelle sale cinematografiche italiane dopo il passaggio nei cinema dello scorso anno: I Wonder presenta oggi un nuovo trailer per annunciare la nuova sortita, prevista dal 22 marzo, insieme alla rinnovata disponibilità sulla piattaforma streaming IWONDERFULL.

Come è stato avvelenato Alexei Navalny? E da chi? Queste domande sono al centro di questo documentario fly-on-the-wall avvicente come un thriller. Navalny e il giornalista investigativo Christo Grozev, uno dei componenti del collettivo di giornalismo investigativo Bellingcat, mettono insieme tutte le tessere del puzzle per risalire alle identità degli attentatori. Una volta individuati, il caso è aperto. Girato in tempo reale in una piccola città tedesca durante la convalescenza di Navalny, il film diretto da Daniel Roher è anche uno studio sull’uomo Navalny, del suo essere marito e padre amorevole, ma anche un leader per il suo team, un uomo capace di usare i media per combattere una battaglia politica il cui obiettivo è quello di salvare il suo paese. Navalny è il ritratto di un politico il cui obiettivo è riformare lo stato, perseguendo il suo obiettivo senza paura e a costo di qualunque sacrificio. Anche il più estremo.

Sinossi:
Agosto 2020, un aereo in viaggio dalla Siberia a Mosca effettua uno scalo d’emergenza a Omsk: un passeggero sta molto male. Cose che possono succedere, ma se il passeggero in questione è Alexei Navalny – avvocato, attivista, politico, fondatore del partito Russia del Futuro e della Fondazione Anti-corruzione, nonché nemesi politica del presidente russo Vladimir Putin – non si tratta solo di un’emergenza, ma di un caso internazionale. Immediatamente ricoverato, Navalny viene trasferito in Germania per volere della moglie e dei suoi più stretti collaboratori. Dopo una serie di esami più approfonditi, viene confermato il sospetto iniziale: Navalny è stato avvelenato con l’agente nervino Novichok, un metodo già ampiamente usato quando ancora esisteva l’Unione Sovietica.

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