Un nuovo videogioco chiamato Rumble’s Quest, che gira intorno al personaggio di nome Rumble, è stato utilizzato dai ricercatori della Griffith University per studiare il benessere dei bambini delle scuole primarie australiane. La dott.ssa Jacqueline Allen della Griffith School of Criminology and Criminal Justice ha guidato il team di ricerca che ha analizzato il benessere (auto-riferito) dei bambini in tre stati australiani: Queensland, Tasmania e Australia occidentale. Il videogioco Rumble’s Quest, sviluppato all’interno della Griffith University, è un innovativo strumento di valutazione che misura le quattro sfaccettature chiave del benessere e tre funzioni esecutive, permettendo ai bambini di rispondere a domande e stimoli in modo naturale mentre si divertono a giocare. I personaggi dei giocatori vengono trasportati in una terra mistica, dove incontrano gli abitanti di un villaggio amichevole e si uniscono alla curiosa creatura Rumble per salvare il villaggio. Durante il percorso, i bambini rispondono a una serie di domande sul benessere sociale ed emotivo, fornendo indicazioni su quanto vanno d’accordo con i loro coetanei, su come vanno le cose a casa e su quanto si sentono a loro agio e impegnati a scuola.

Comprendere meglio l’emotività dopo il COVID-19

Lo studio originariamente si concentrava solo sul benessere generale dei bambini, ma l’arrivo del COVID-19 ha presentato una nuova finestra di valutazione. Il team di ricerca ha esaminato una coorte che ha giocato al gioco due volte prima di qualsiasi interruzione e un’altra che ha giocato una volta prima e una dopo le chiusure. I risultati hanno mostrato un calo del sentimento di supporto familiare nel gruppo colpito dal lockdown, con gli studenti che hanno suggerito che le cose a casa non erano così buone dopo il COVID-19 come lo erano prima. In particolare, i risultati hanno evidenziato che il cambiamento è stato più pronunciato per le bambine, il che potrebbe dipendere dal fatto che le bambine tendono a percepire meglio dei maschi le dinamiche familiari stressanti. Tuttavia, i bambini tendevano a cavarsela meglio delle bambine al loro ritorno nell’ambiente scolastico. I bambini sembravano trarre qualche beneficio positivo da una pausa dall’ambiente scolastico, in particolare se avevano avuto problemi con i coetanei o con gli insegnanti. Purtroppo, i bambini che nella prima seduta avevano ottenuto punteggi più bassi in termini di sostegno alla famiglia hanno ottenuto punteggi ancora più bassi dopo la chiusura, suggerendo che l’esperienza ha esacerbato problemi preesistenti per quelle famiglie.

La dottoressa Allen ha sottolineato che i risultati non sono certo una notizia negativa. Ci sono stati molti modi in cui il benessere non è cambiato più di tanto e questo testimonia quanto le scuole e le famiglie abbiano lavorato duramente per sostenere i bambini durante la pandemia. “La chiave di lettura è che per sostenere i bambini dobbiamo sostenere le famiglie”.