In una recente intervista, il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha parlato dei limiti della prima generazione di assistenti vocali (per così dire) per sottolineare gli enormi progressi fatti dalle IA più recenti, come ChatGPT e Bing Chat (che poi sono praticamente la stessa cosa).
Parlando con il Financial Times, Nadella ha detto di essersi illuso che Siri, Alexa e Cortana potessero rappresentare la nuova frontiera dei servizi digitali, ma che le sue speranze si sono presto scontrate contro il muro della realtà. «La verità è che Cortana, Alexa, o Google Assistant o Siri sono stupide come un sanno», ha detto. «Non funzionano come avevamo sperato, dovevano essere i concierge di un nuovo modo di intendere i servizi legati all’informazione, ma non ne sono stati in grado».
Alexa ormai è in milioni di case in tutto il mondo, mentre Siri e Google Assistant sono installati su ogni telefono. Fanno parte delle nostre vite, ma difficilmente qualcuno potrebbe pensare di usarli per qualcosa di più che chiedere di mettere la propria playlist preferita, oppure di inserire un indirizzo sul navigatore.
Non facciamo conversazioni con Alexa. Non chiediamo a Siri di inventarsi una poesia e non usiamo di certo Google Assistant per generare righe di codice. Tutte queste sono però funzioni non solo presenti, ma anche più che mature su ChatGPT, il chatbot di OpenAI la cui tecnologia, a sua volta, è anche alla base di Bing Chat, il nuovo chatbot integrato all’interno del motore di ricerca di Microsoft.
Quella di OpenAI è l’app in più rapida crescita nella storia di Internet: ha raggiunto 100 milioni di utenti in appena due mesi.
Anche il co-creatore di Siri, Adam Cheyer, sembra dare ragione al giudizio severo di Nadella. Recentemente ha detto, sempre al FT, che la capacità di ChatGPT di comprendere informazioni complesse fa sembrare stupidi gli assistenti vocali esistenti, dicendo che «le precedenti capacità erano troppo limitate per ottenere dei risultati simili».