Il brusco rallentamento dell’aumento dei prezzi al consumo è stato causato principalmente dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici regolamentati su base tendenziale, dalla decelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, dall’aumento dei prezzi degli alimentari sia lavorati che non lavorati dei prezzi del tabacco, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. 

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona hanno registrato un aumento su base tendenziale (dal +12,0% al +13,0%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto sono rimasti quasi stabili (dal +8,9% al +9,0%). L’aumento mensile dell’indice generale è stato principalmente causato dai prezzi degli alimentari non lavorati (+2,2%), degli alimentari lavorati (+1,5%), dei tabacchi (+1,9%), dei beni durevoli e non (+0,8% e +0,6% rispettivamente), dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona, dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%), e dei servizi relativi all’abitazione (+0,5% per entrambi).

Al contrario, i prezzi dei beni energetici regolamentati e non regolamentati sono diminuiti rispettivamente del 5,2% e del 4,2%. L’inflazione acquisita per il 2023 è del +5,5% per l’indice generale e del +3,7% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è aumentato dello 0,2% su base mensile e del 9,9% su base annua, in rallentamento rispetto al +10,7% di gennaio.