A breve ci sarà un riscaldamento stratosferico potente sopra il Polo Nord, noto come Final Warming, che causerà la frantumazione del Vortice Polare in più parti. Queste dinamiche possono modificare il clima in modo significativo e rappresentano una minaccia anche per l’Italia. Si prevede che il prossimo evento di riscaldamento stratosferico, atteso entro la prima decade di marzo, possa essere un Final Stratwarming, che porta la stratosfera in modalità estiva.
Questo significa che il Vortice Polare si dissolve e si sviluppano i venti easterlies, che persistono fino a fine agosto o inizio settembre, quando il vortice ritorna a intensificarsi. In sostanza, si tratta di un decadimento stagionale dovuto alla radiazione solare che riscalda la regione polare. Una volta che si attiva, il surriscaldamento tende a diffondersi gradualmente nella parte alta della troposfera, influenzando il Vortice Polare entro circa 2/4 settimane.
La parte inferiore della troposfera viene costretta a deformarsi, causando la dislocazione o addirittura la rottura del Vortice Polare in 2/3 minimi distinti. Questi minimi poi si muovono verso le medie latitudini, portando ondate di freddo che raggiungono il Vecchio Continente, compreso il nostro Paese. Ciò potrebbe causare una decisa perturbazione del tempo con temperature molto fredde e instabili entro la metà di marzo.
Il flusso di aria fredda dal Polo Nord causerà un repentino calo delle temperature, che potrebbero scendere di diversi gradi sotto le medie climatiche di riferimento. È importante prestare attenzione, perché non è finita qui: guardando a lungo termine, è probabile che intorno alla data dell’equinozio si riapra la famigerata Porta dell’Atlantico. In termini meteorologici, questo termine indica che non ci sarebbero ostacoli per le perturbazioni che scendono dall’oceano e che possono arrivare nel nostro Paese, portando quindi fasi meteo molto piovose per molte regioni italiane. La conseguenza diretta sarebbe un eccesso di precipitazioni, specialmente al Centro-Nord, cosa che non è accaduta da diverse settimane con abbondanti nevicate sulle Alpi e sugli Appennini. Il pericolo maggiore sarebbe quello di alluvioni rapide a causa dei forti contrasti tra le diverse masse d’aria tipiche delle settimane di passaggio da una stagione all’altra. D’altra parte, questa sarebbe un’ottima notizia considerando il grave problema della siccità che sta colpendo gran parte dell’Italia.