L’acronimo FPFAS sta per Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici) una grande famiglia di migliaia di sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate nell’intera società e riscontrate nell’ambiente. Sono appartenenti alla categoria dei tensioattivi, utilizzati prevalentemente in campo industriale. Conosciute come per- e polifluoroalchiliche, o PFAS appunto, sono sostanze chimiche prodotte dall’uomo e impiegate in un’ampia gamma di prodotti industriali e di consumo grazie alle caratteristiche oleo e idrorepellenti, ossia di impermeabilizzazione; infatti rendono i prodotti meno sensibili all’unto e alle incrostazioni, per questo vengono utilizzati su tessuti, tappeti, pellami, carta, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, per rivestire le padelle antiaderenti, nei prodotti per la cura del corpo, nelle schiume antincendio, su capi d’abbigliamento, ad esempio pelli, e tessuti tecnici come il Gore-Tex®.
I rischi per la salute
I PFAS sono talvolta chiamati “sostanze chimiche eterne/ sostanze chimiche per sempre (forever chemicals)” perché si decompongono molto lentamente e si accumulano nell’ambiente e nei tessuti umani. Gli PFAS, infatti, hanno spesso richiamato l’attenzione delle agenzie di regolamentazione ambientale e sanitaria a causa della loro persistenza, ipotetica tossicità e diffusione nel sangue della popolazione generale e della fauna selvatica. Nel 2009 sono stati citati come “inquinanti organici persistenti” ai sensi della Convenzione di Stoccolma (Stockholm Convention on Persistent Organic Pollutants), a causa della loro natura onnipresente, persistente, bioaccumulativa e tossica. Non si tratta di sostanze dagli effetti immediati: gli PFAS tendono infatti ad accumularsi nell’organismo attraverso processi di bioamplificazione (che avvengono quando gli organismi ai vertici della piramide alimentare ingeriscono quantità di inquinanti superiori a quelle diffuse nell’ambiente). Come molti altri inquinanti, anche gli PFAS si depositano dall’atmosfera al terreno, penetrano nel sottosuolo e, attraverso le falde sotterranee, giungono ai corsi d’acqua. Dai fiumi si ricava, mediante potabilizzazione, l’acqua che esce dai nostri rubinetti. E’ quindi logico dedurre che le sostanze perfluoroalchiliche siano presenti tanto nell’acqua potabile quanto negli alimenti (ortaggi, carne, frutta, latte, uova, prodotti della pesca ecc). Se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i prodotti agricoli, e perciò gli alimenti.
A causa della massiccia produzione industriale (contaminazione degli scarichi), implicazioni di tipo agricolo (utilizzo di fanghi per la concimazione), incidenti nei trasporti (riversamento nelle acque portuali), diffusione atmosferica (sempre di tipo industriale) e smaltimento dei rifiuti che li contengono, in passato è avvenuto un aumento della concentrazione ambientale di sostanze perfluoroalchiliche. Siccome è risaputo che è la dose che fa il veleno, anche gli PFAS ad alte concentrazioni sono tossici non solo per l’uomo, ma per tutti gli organismi viventi. Pare che qusesti acidi intervengano sul sistema endocrino, compromettendo crescita e fertilità, e che siano sostanze cancerogene. Inoltre, numerosi studi hanno evidenziato la relazione tra PFAS e insorgenza di tumori a reni e testicoli, lo sviluppo di malattie tiroidee, ipertensione gravidica e coliti ulcerose. Alcuni studi hanno ipotizzato una relazione tra le patologie fetali e gestazionali e la contaminazione da queste sostanze.
PFAS sull’organismo umano e gli animali
È vero però che, fino ad ora, le ricerche sulle sostanze perfluoroalchiliche hanno restituito risultati piuttosto discordanti. Gli esperimenti che hanno riscontrato effetti negativi sulla salute sono prevalentemente quelli eseguiti su campioni di ricerca esposti a lungo e a concentrazioni rilevanti di questi inquinanti nell’aria; è quindi il caso dei lavoratori che operano all’interno di certi stabilimenti industriali e che per questo tendono ad inalare gli PFAS volatili. In tal caso, si sono rilevate alcune alterazioni negative associate all’aumento di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue; in particolare, si è notato un cambiamento dei parametri sanguigni riferiti al colesterolo e agli estrogeni. L’interpretazione dei dati è resa ancora più difficile quando gli effetti sono comuni nella popolazione generale e poco specifici per la presenza di fattori confondenti (ad esempio, i livelli di colesterolo possono essere altamente influenzati dagli stili di vita)”. Test effettuati sugli animali hanno invece dimostrato che gli PFAS possono esercitare una tossicità, che oscilla da acuta a moderata, direttamente sul sistema gastrointestinale, sul fegato e sulla funzionalità della tiroide, se ingeriti per via orale e/o cronica ad alte concentrazioni, effetti negativi sulla pelle sugli occhi, per esposizione o contatto ad alte concentrazioni di PFOA.
Nonostante i risultati non del tutto precisi che la ricerca ci ha fornito, sta di fatto che secondo l’OCSE, sono noti almeno 4730 PFAS distinti. Un database sulla tossicità dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA), elenca 14735 PFAS, PubChem addirittura 6 milioni. Alla luce di tutto questo sono centinaia gli scienziati che chiedono un piano completo ed efficace per studiare, approfondire e gestire l’intera classe di PFAS in modo da proteggere la salute pubblica mentre vengono sviluppate alternative più sicure.
Lo studio
Il nuovo studio, pubblicato su Environmental Health Perspectives, conferma in modo più analitico tutti i rischi sulla salute derivante dagli PFAS ed è il primo a valutare quali processi biologici sono alterati dall’esposizione a una combinazione di più PFAS, il che è importante perché la maggior parte delle persone trasporta una miscela di sostanze chimiche nel sangue. “I nostri risultati sono stati sorprendenti e hanno ampie implicazioni per i responsabili delle politiche che cercano di mitigare i rischi”, ha dichiarato Jesse A. Goodrich, professore di scienze della popolazione e della salute pubblica e autore principale della ricerca. “Abbiamo scoperto che l’esposizione a una combinazione di PFAS non solo ha alterato il metabolismo dei lipidi e degli aminoacidi, ma ha anche alterato la funzione degli ormoni tiroidei”.
Un progetto di ricerca unico nel suo genere
Per comprendere gli effetti che la miscela di PFA ha nell’organismo, il team ha utilizzato campioni di sangue raccolti da 312 adolescenti che hanno partecipato allo Study of Latino Adolescents at Risk e da 137 bambini del Southern California Children’s Health Study. Hanno scoperto che tutti i bambini e gli adolescenti avevano una miscela di diversi PFAS comuni nel sangue, tra cui PFOS, PFHxS, PFHpS, PFOA e PFNA. Oltre il 98% dei partecipanti aveva anche PFDA nel sangue. I ricercatori hanno anche misurato, nel sangue, migliaia di sostanze chimiche presenti in natura e, utilizzando un metodo biostatistico da loro sviluppato, hanno identificato l’impatto dell’esposizione a diversi PFAS su ciascuna di queste sostanze naturali. Queste informazioni hanno aiutato i ricercatori a determinare che l’esposizione ai PFAS altera il modo in cui l’organismo metabolizzava i lipidi e gli aminoacidi, nonché i livelli dell’ormone tiroideo. I ricercatori si sono concentrati su bambini e adolescenti perché attraversano fasi critiche dello sviluppo che possono renderli più suscettibili agli effetti negativi sulla salute dell’esposizione ai PFAS. È anche un periodo in cui molte malattie gravi che si manifestano negli adulti iniziano ad attecchire. I ricercatori hanno aggiunto che questi risultati sono coerenti con studi precedenti che hanno dimostrato che l’esposizione a singoli PFAS durante l’infanzia è associata a una disregolazione del metabolismo dei lipidi e degli acidi grassi, che può aumentare il rischio di disturbi metabolici e di malattie cardiovascolari più avanti nella vita.
Secondo Goodrich: “Un dato che spicca è che l’esposizione ai PFAS ha avuto un effetto sulla funzione degli ormoni tiroidei, che hanno un ruolo fondamentale nella crescita e nel metabolismo. Per questo motivo, i cambiamenti negli ormoni tiroidei giocano un ruolo importante nello sviluppo del bambino durante la pubertà, che può avere effetti importanti su una serie di malattie più avanti nella vita, tra cui diabete, malattie cardiovascolari e cancro”.
Un’ importante considerazione per la salute pubblica
Un altro dato importante è che l’esposizione a una miscela di PFAS, piuttosto che a una singola sostanza chimica di questo tipo, ha determinato l’alterazione di questi processi biologici. Questo dato è coerente con tutti gli individui che hanno partecipato all studio, anche se con diversi livelli di esposizione ai PFAS. Secondo le agenzie per l’ambiente, quasi tutte le persone negli Stati Uniti hanno livelli di diversi PFAS rilevabili nel sangue, presenti in un’ampia varietà di prodotti, tra cui indumenti impermeabili e imballaggi alimentari. Si stima che nel 2022 circa 200 milioni di persone, negli Stati Uniti, avessero acqua potabile con livelli di PFAS notevolmente superiori a quelli raccomandati dalla U.S. Environmental Protection Agency. Alcuni produttori hanno eliminato gradualmente l’uso di singoli PFAS, ma gli autori dello studio concludono che questa ricerca dimostra perché potrebbe essere più importante regolamentare i PFAS come classe di sostanze chimiche. “Stiamo davvero iniziando a comprendere la gamma di effetti che queste sostanze chimiche hanno sulla salute umana”, ha dichiarato Leda Chatzi, un’altra tra gli autori dello studio. “Mentre gli interventi attuali si sono concentrati sull’eliminazione graduale dell’uso di singoli PFAS, come il PFOS e il PFOA, questa ricerca mostra perché l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla riduzione dell’esposizione a tutte le sostanze chimiche PFAS”.