Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista Nature, e approfondisse il lavoro che ha portato gli scienziati a scoprire un fossile di cervello che si pensa abbia più di 319 milioni di anni, un numero che gli permetterebbe di vantarsi di essere il più antico cervello di vertebrato mai scoperto. Matt Friedman, membro del team di ricerca, autore principale dello studio e paleontologo dell’Università del Michigan, ha commentato che, pur sperando di trovarsi di fronte a un cervello, hanno dovuto essere diligenti nel processo di scoperta per essere certi che si trattasse di un “oggetto reale”. Il processo che ha portato alla fossilizzazione è un’azione abbastanza comune, ovvero quella che vede la sostituzione dei tessuti molli con una varietà di minerali. E se questo è un modo “tipico” di creare fossili, il fatto che un oggetto di questo calibro sia ancora così ben conservato è una “possibilità su un milione”, come affermano gli autori. Grazie alle loro analisi abbiamo la certezza che si tratta di un fossile di cervello perfettamente intatto. In particolare, lo studio tratta la conservazione dei tessuti molli del cervello e dei nervi cranici di Coccocephalus wildi, un pesce con pinne raggiate vissuto milioni di anni fa. Gli autori affermano che: “Questo esempio di cervello di vertebrato, ben conservato, fornisce una finestra sull’anatomia neurale ed indica un modello di evoluzione cerebrale più complicato di quello suggerito dalle sole specie viventi”.
Sebbene il fossile cerebrale in questione abbia delle dimensioni definite minuscole, lo studio afferma che il contributo che la scoperta potrebbe apportare al progresso scientifico è piuttosto importante. Un altro paleontologo dell’Università del Michigan ha scritto che, pur essendo “superficialmente poco impressionante”, il fossile rivela che molte convinzioni della comunità sull’evoluzione del cervello sono errate e dovranno essere “rielaborate”. Aspettiamo ulteriori analisi ed approfondimenti per saperne di più sulla storia dell’evoluzione del cervello.