Giorgia Meloni ha recentemente visitato l’Algeria per firmare nuovi accordi riguardanti le forniture di gas naturale con il presidente Abdelmadjid Tebboune. L’Algeria ora è il principale fornitore di gas per l’Italia, ma le quantità promesse non sono state ancora raggiunte. Eni e il governo stanno cercando di ampliare il loro portfolio di fornitori di gas per ridurre i rischi di dipendenza, ma le nuove promesse fanno già prevedere una revisione al ribasso rispetto a quelle fatte nel 2022. La parola “Piano Mattei” menzionata da Meloni potrebbe suggerire l’inizio di un nuovo progetto legato all’Algeria, ma non è ancora certo. Tuttavia, si prevede che l’Italia aumenterà i Paesi da cui acquisterà gas, a partire dal 2023.
La visita della presidente Meloni in Algeria
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha effettuato una visita ufficiale in Algeria, la prima del 2023. Durante la visita, Meloni ha incontrato il presidente algerino Tebboune e ha stretto diversi accordi bilaterali. Meloni ha espresso il desiderio di espandere la collaborazione con l’Algeria in campo energetico, politico e culturale. Ha anche dichiarato che l’Algeria è un partner affidabile e di grande importanza strategica per l’Italia. La visita arriva in occasione del ventesimo anniversario della firma di un trattato di amicizia e buon vicinato tra i due paesi, siglato ad Algeri nel 2003. Anche l’anno scorso, Mario Draghi ha visitato l’Algeria per discutere e firmare altri accordi, soprattutto nel settore del gas.
La compagnia di stato algerina Sonatrach e la società Eni hanno concordato di aumentare le forniture di gas dall’Algeria all’Italia tramite il gasdotto Transmed-Enrico Mattei, che porta il gas dall’Algeria fino a Mazara del Vallo, in Sicilia. Era stato concordato di fornire 4 miliardi di metri cubi di gas subito nel 2022, con quantità crescenti fino a 6 miliardi di metri cubi nel 2023-2024, per aiutare il processo di dipendenza dal gas russo. Tuttavia, non sono stati raggiunti i livelli promessi. Adesso, le due aziende hanno firmato un Memorandum d’Intesa per l’implementazione della rete di interconnessione energetica al fine di aumentare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l’Italia. Questo includerà lo studio congiunto per aumentare la capacità di trasporto del gas esistente, la realizzazione di un nuovo gasdotto per il trasporto di idrogeno, e l’aumento della capacità di generare gas liquefatto.
Il piano Mattei
Possiamo quindi sostenere che le promesse fatte dal governo Draghi riguardo alle forniture di gas dall’Algeria sono state ridotte. Claudio Descalzi, CEO di Eni, ha dichiarato che gli accordi vengono aggiornati annualmente e che sono stati forniti più di 3 miliardi di metri cubi di gas nel 2022 e altri 3 miliardi nel 2023. Tuttavia, secondo i dati elaborati da Today, l’Italia ha importato solo 23,5 miliardi di metri cubi di gas dall’Algeria nel 2022, che costituiscono il 34,3% delle forniture totali. Questo rappresenta un aumento rispetto al 2021, ma è inferiore rispetto ai 4 miliardi di metri cubi annunciati dopo gli accordi del governo Draghi. Anche per il futuro, le forniture algerine sono state ridotte, passando da 6 miliardi di metri cubi a soli 3 miliardi menzionati da Descalzi.
Il “Piano Mattei” menzionato da Giorgia Meloni non è stato ancora descritto con dettagli precisi, ma è stato detto che il governo italiano ha l’obiettivo di avere un atteggiamento collaborativo nei confronti dei paesi del Mediterraneo, come Algeria e Libia, per rafforzare la propria influenza nel campo energetico, seguendo l’esempio di Enrico Mattei, fondatore di Eni. Durante una visita ad Algeri, Meloni ha espresso la sua contentezza per aver visitato il giardino dedicato a Mattei, che in quel paese è considerato un eroe nazionale. Il Piano Mattei ha l’obiettivo di rendere l’Italia un hub fondamentale di distribuzione dell’energia, grazie all’accesso attraverso la porta italiana, in un momento di difficoltà di approvvigionamento energetico in Europa.
Quali sono le prospettive future?
La Libia è importante per l’Italia per diversi motivi, tra cui la stabilità del Mediterraneo, la sicurezza italiana e la crisi energetica. Proprio per questo motivo, il governo italiano si impegna a favore di un percorso di stabilizzazione politica in Libia per permettere una cooperazione bilaterale più profonda e ampliata in diversi settori. La vera ragione della presenza del governo in Libia è legata al gas, che rappresenta un potenziale ancora più alto del già importante partenariato tra i due paesi. L’Italia e la Libia sono legate da secoli di storia comune e da una cooperazione bilaterale.
In futuro, l’Italia acquisterà gas da molteplici paesi, non solo dalla Russia. Dopo gli accordi del governo Draghi nel 2022, l’Italia ha ampliato il suo elenco di fornitori di gas per diventare indipendente da quello russo. La Russia sta infatti fornendo meno gas della quantità solita e le temperature miti dell’inverno hanno facilitato la transizione. L’Algeria è ora il principale fornitore di gas per l’Italia, ma Eni sta lavorando per aumentare le importazioni di gas anche da altri paesi come Angola, Cipro, Congo, Egitto, Indonesia, Libia, Mozambico, Nigeria, Qatar e Repubblica del Congo.