Magnetar: brusco rallentamento a causa di un vulcano

Magnetar

Un recente studio condotto dalla Rice University, pubblicato su Nature Astronomy, ha ipotizzato che il misterioso caso di SGR 1935+2154, una stella di neutroni altamente magnetica situata a circa 30.000 anni luce dalla Terra, potrebbe essere spiegato da una frattura superficiale simile a quella di un vulcano che avrebbe causato un improvviso rallentamento nella rotazione della magnetar.

Il fenomeno, chiamato anti-glitche, è stato osservato dagli astronomi soltanto tre volte e ha avuto inizio lo scorso 5 ottobre 2020. Tre giorni dopo la frenata, la magnetar ha emesso tre impulsi ad alta energia di onde radio. Secondo la ricerca basata sui dati dei telescopi spaziali Nicer della Nasa e Xmm-Newton dell’Esa, questa eruzione di particelle massicce nello spazio potrebbe essere stata provocata da un’esplosione a causa della frattura superficiale.

Cosa sono le magnetar

Le magnetar sono una particolare tipologia di stelle di neutroni, ossia i resti fortemente compatti di una stella che si è collassata a causa dell’intensa gravità. Caratteristica specifica di queste stelle è la presenza di campi magnetici estremamente forti, detti i più intensi dell’universo, che sono alimentati dalla loro rapida rotazione. Queste stelle così dense ruotano su sé stesse in pochi secondi. A volte, cambiamenti improvvisi all’interno della stella possono accelerare di colpo la velocità di rotazione, un fenomeno noto come ‘glitch’. 

Un team di ricercatori della Rice University, guidato da Matthew G. Baring, si è posto l’obiettivo di scoprire le cause dei cambiamenti osservati sulla superficie della stella. La loro ricerca ha portato alla costruzione di un modello basato sulla fisica standard, il quale postula che tali variazioni possano essere generate da un vento spinto da uno pseudo-vulcano. Inoltre, Baring afferma che questo vento sarebbe in grado di influenzare anche la geometria del campo magnetico intorno alla stella con cui è in contatto. L’equipe ha dimostrato che tale flusso di particelle potrebbe avere anche l’effetto di ridurre il periodo di rotazione della stella.

Se l’ipotesi fosse confermata, ciò significherebbe che gli anti-glitch sono in realtà delle accensioni radio, che sono più frequenti di quanto si pensasse in precedenza, e che non sono legati a quelli che vengono solitamente chiamati glitch. Inoltre, questo studio contribuirebbe a comprendere meglio il comportamento insolito di queste stelle di neutroni.

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