L’esordio psicotico è una condizione clinica molto seria che può portare a una grave compromissione della salute mentale e dei livelli di funzionamento del paziente. Pertanto, la diagnosi tempestiva è di fondamentale importanza per garantire che il trattamento adeguato sia somministrato nel minor tempo possibile.
Un intervento precoce può aiutare il paziente a preservare le proprie capacità cognitive, affrontare la malattia, e così prevenire una profonda depressione e demoralizzazione. Per i motivi sopra elencati, la formazione e l’educazione degli operatori sanitari è fondamentale per riconoscere tempestivamente i sintomi di esordio psicotico e l’inizio del trattamento. Inoltre, è necessario offrire supporto psicologico e sociale al paziente, in modo da contribuire alla sua ripresa e alla prevenzione di ricadute future.
Attraverso un intervento precoce, è possibile aiutare le persone con psicosi a preservare la loro identità e le loro abilità, supportandole nell’accettazione della malattia e nel mantenere la loro autostima. Questo tipo di assistenza può prevenire la depressione e la perdita di fiducia in sé stessi, aiutando il paziente a gestire il disturbo in modo più efficace. Il supporto può anche includere una terapia cognitivo-comportamentale, che può aiutare a gestire i sintomi della psicosi e ad affrontare le preoccupazioni che possono sorgere.
Psicosi: cos’è
La psicosi è una deviazione significativa dalla normale evoluzione psicologica e comportamentale di un individuo, in grado di influire sulla traiettoria di sviluppo della persona e alterarne il modo di percepire e interpretare il mondo. Di solito inizia nell’adolescenza, che è un periodo di grandi cambiamenti nella vita di una persona. Un esordio psicotico può limitare la capacità della persona di raggiungere l’indipendenza dai genitori, ostacolando lo sviluppo dell’identità e delle competenze personali. Per questo motivo l’intervento precoce nei casi di psicosi è fondamentale, per evitare che la malattia abbia effetti irreversibili sullo sviluppo della persona e aiutarla a raggiungere un miglior stato emotivo.
L’esperienza clinica ha dimostrato che alcuni adolescenti che hanno sviluppato una psicosi acuta, mostravano già sintomi premonitori che sono stati sottovalutati dal loro ambiente e dagli operatori sanitari con cui erano venuti in contatto. Se questi sintomi fossero stati riconosciuti in maniera tempestiva, forse sarebbero stati in grado di evitare di arrivare a questo punto di instabilità e di scarso funzionamento sociale. Tuttavia, se la situazione venisse prolungata nel tempo, le conseguenze emotive sarebbero ancora più traumatiche.
Prodromo della psicosi: un periodo cruciale
Il prodromo della psicosi è un periodo di tempo in cui la persona inizia a sperimentare cambiamenti nel proprio stato mentale, come segnali di disagio, che la conducono all’esordio di un quadro psicotico. Tuttavia, poiché è un concetto che può essere diagnosticato solo dopo la prima esperienza psicotica, può essere difficile ricostruire accuratamente gli eventi precedenti. Si possono creare associazioni illusorie, pregiudizi a posteriori e influenze sul proprio stato mentale attuale. Talvolta le persone tendono a bloccare il ricordo di questo periodo, per evitare di rivivere le difficoltà che ha comportato. La consapevolezza di questo periodo può essere utile per riconoscere i primi segnali di un disturbo psicotico e prendere le misure necessarie per contenerlo prima che diventi una diagnosi completa.
I sintomi e i prodromi dell’esordio psicotico possono manifestarsi in media due o tre anni prima della comparsa della patologia psichiatrica. I primi sintomi ad apparire possono essere di natura affettiva, come stati di depressione, insicurezza, ansia, cambiamenti nel tono dell’umore, tensione, sospettosità, rabbia e irritabilità. Questi vengono poi seguiti dai cosiddetti sintomi negativi: calo di energia e motivazione, rallentamento motorio, difficoltà di concentrazione e pensiero, idee bizzarre, vaghezza, modificazioni nella percezione di sé stessi e degli altri, ed una graduale ritrazione sociale. In seguito, possono comparire cambiamenti nell’agire e nel comportamento, disturbi fisiologici come disordini del sonno, variazioni dell’appetito e problemi somatici. Infine, inizialmente in modo più lieve poi sempre più forte, si possono verificare segni più complessi, come deliri e allucinazioni. È importante notare che i sintomi e i prodromi dell’esordio psicotico possono variare da persona a persona.
Fattori di rischio e prevenzione
La psicosi è una condizione complessa associata a diversi fattori di rischio, tra cui l’età, il genere, la sofferenza prenatale e perinatale, le influenze ambientali stagionali, le anomalie e i ritardi nello sviluppo motorio e neurologico, le alterazioni del pensiero formale, l’instabilità dell’ambiente affettivo dell’infanzia, trauma cranici, l’abuso di sostanze e stress ambientale. Coloro che soffrono di psicosi mostrano spesso deficit nella memoria a breve termine, difficoltà di concentrazione, scarsa competenza sociale e ipersensibilità agli stimoli. Inoltre, la mancanza di sostegno emotivo adeguato durante l’infanzia, una storia familiare di patologia mentale e altri fattori biologici possono contribuire allo sviluppo della psicosi.
I medici di base svolgono un ruolo fondamentale nel riconoscere i sintomi psichiatrici spesso nascosti dietro lamentele relative a disturbi organici. Dovrebbero anche superare le loro inibizioni nell’eseguire diagnosi riguardanti disturbi mentali, che possono spesso essere dovuti a pregiudizi pessimistici. Inoltre, devono saper decifrare la richiesta di intervento da parte del paziente per avviare il processo di cura nei servizi specialistici competenti. Una tempistica errata o ambigua nell’inizio del trattamento può innescare un circolo vizioso complicato da gestire, con il rischio di creare barriere insormontabili nella costruzione di una relazione terapeutica tra medico, famiglia e paziente. I medici di famiglia avranno quindi un ruolo vitale nell’aiutare a superare queste barriere e a fornire un trattamento adeguato ai pazienti affetti da disturbi psichiatrici.