La NASA ha annunciato i suoi piani per la costruzione di un nuovo super-telescopio, che sarà il successore del James Webb Telescope. Questo strumento di osservazione astronomica che sarà posizionato nello spazio, avrà un’apertura più grande del suo predecessore, consentendo ai ricercatori di osservare come mai prima una più vasta gamma di oggetti celesti.

Il telescopio sarà utilizzato per esplorare l’universo alla ricerca di segni di attività biologica extraterrestre e per investigare se ci sono pianeti abitabili in altri sistemi solari. La Nasa sta anche lavorando su un progetto parallelo chiamato NEAT che mira ad aumentare la capacità di identificare tracce di vita aliena nell’universo.

Un degno successore

Mentre James Webb, il più complesso telescopio mai costruito, continua a fornirci preziose informazioni ed emozionanti immagini dallo Spazio profondo, la Nasa sta già programmando i progetti dei nuovi successori del dispositivo. Il primo a volare nello Spazio sarà il Roman Telescope Nancy Grace, o WFIRST, un telescopio che sarà in grado di percepire la luce infrarossa e sarà impiegato per la ricerca di energia oscura. Durante l’ultimo incontro della American Astronomical Society, è stato annunciato che verrà costruito anche lo Habitable Worlds Observatory (Hwo), che dovrebbe entrare in servizio intorno al 2040. Il principale obiettivo di questo telescopio sarà scovare segni di vita su pianeti simili alla Terra. Per raggiungere questo scopo, Hwo sarà dotato di tecnologie di ultima generazione in grado di rilevare biossido di carbonio e acqua, due elementi che potrebbero segnalare la presenza di organismi viventi.

Attualmente, non esiste ancora un budget sufficiente per il progetto, perciò non sono disponibili molti dettagli. Si sa però che Hwo sarà posizionato nello stesso punto lagrangiano (L2) del James Webb, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Gli autori del progetto hanno in programma di costruire dei robot da utilizzare per riparare e aggiornare il telescopio se necessario, consentendogli di funzionare per decenni e persino di migliorare nel tempo.

Il sondaggio

Ogni 10 anni, l’agenzia spaziale statunitense (NASA), il Dipartimento dell’Energia e la National Science Foundation svolgono un sondaggio per determinare le priorità della ricerca in astrofisica e quali telescopi sarebbero necessari per raggiungerle. Decine di esperti, divisi in commissioni e sottocommissioni, partecipano a questo sondaggio. Un desiderio emerso con forza nei sondaggi più recenti è il rilancio del progetto Grandi Osservatori (Great Observatories). Questo programma ha permesso il lancio di telescopi come lo Hubble Telescope negli anni Novanta e all’inizio degli anni duemila. Recentemente, la NASA ha anche iniziato ad utilizzare telescopi a terra, come il Telescopio Virtuale (Virtual Telescope), per raggiungere i propri obiettivi.

Nel 2001, un sondaggio ha raccomandato di costruire il James Webb Space Telescope (JWST), che è stato effettivamente realizzato, anche se con molti ritardi e una spesa maggiore del previsto. Il sondaggio successivo, concluso nel 2010, ha consigliato la costruzione del Wide Field Infrared Survey Telescope (WFIRST), intitolato all’astronoma Nancy Grace Roman. Il lancio era programmato per il 2025 ma è stato posticipato al 2027. Secondo Science, le proposte individuate in questo modo sembrano “immature e poco realistiche”, suscitando un forte senso di frustrazione tra gli esperti. A causa di questi ritardi, il futuro del progetto è ancora incerto. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di costruire un telescopio che possa aiutare a svelare i misteri dell’universo.

I risultati del sondaggio pubblicato nel novembre 2021 indicano che potrebbe esserci un compromesso, noto come Hwo, tra HabEx e Luvoir. Scott Gaudi, uno dei progettisti di HabEx della Ohio State University, ha spiegato a Science che Hwo combina tecnologie già sviluppate per gli altri due telescopi. La Nasa sta cercando di mantenere il profilo basso, evitando l’utilizzo di tecnologie e strumenti inesplorati (come è successo con James Webb) e istituendo un programma chiamato GoMap (Great Observatories Technology Maturation Program) per favorire il lavoro preparatorio e l’ottimizzazione delle tecnologie del telescopio. Il GoMap mira anche a ridurre i ritardi e i costi di produzione.

Le prospettive future

Nell’ultimo sondaggio, avviato nel 2018, gli esperti sono stati invitati a esprimere la propria priorità tra quattro progetti. Il primo, noto come Large UV Optical Infrared Surveyor (Luvoir), prevede l’utilizzo di un telescopio con allegato uno specchio con un diametro di quasi 15 metri, in grado di raccogliere 40 volte più luce rispetto al Telescopio Spaziale Hubble. Questo strumento è in grado di rilevare lunghezze d’onda nell’infrarosso. Il secondo progetto è chiamato Habitable Exoplanet Observatory (HabEx). Si tratta di un telescopio con uno specchio più piccolo ma dotato di una “paralume”, delle dimensioni di un campo da calcio, che serve a spegnere la luce stellare permettendo ai suoi strumenti di focalizzarsi sugli esopianeti, i quali, sono molto poco luminosi, alla ricerca di eventuali tracce di vita. Questi progetti permetteranno agli scienziati di scoprire nuovi pianeti inesplorati e di indagare la possibilità che esistano forme di vita extraterrestre.

Il Lynx Xray Observatory è un telescopio che osserva nella luce dei raggi X per comprendere l’origine dei buchi neri più antichi e il loro rapporto con la formazione e l’evoluzione delle galassie. Origin Space Telescope, invece, è uno strumento che opera a circa 4 gradi sopra lo zero assoluto per studiare la radiazione infrarossa proveniente da nubi di gas e polvere fredde, da cui si sviluppano pianeti e stelle. Questa osservazione potrebbe contribuire alla comprensione delle condizioni iniziali necessarie per la formazione di nuove stelle e pianeti.