Sindrome del QT lungo: genera aritmie pericolose?

salute del cuore

La sindrome del QT lungo è un disturbo del sistema elettrico del cuore, può portare ad aritmie molto pericolose. Una patologia che può essere congenita o acquisita. Ecco quali sono i sintomi e come si cura. Può causare svenimenti improvvisi e convulsioni e nei giovani aumenta il rischio di morte improvvisa. I sintomi non sono sempre evidenti, ma possono essere scoperti con un ECG o un test generico. A volte, sono richiesti un monitoraggio dell’Holter, una prova da sforzo e un test genetico. Lo svenimento è il sintomo più comune, ma ci sono anche:

  • visione offuscata
  • stordimento
  • palpitazioni
  • debolezza
  • convulsioni

Se tale patologia è acquisita si manifesta entro i 40 anni, se invece è congenita si ha in età pediatrica. La causa della sindrome sono i cambiamenti nel sistema di ricarica elettrica del cuore. Il sistema elettrico infatti impiega più tempo per ricaricarsi tra un battito e l’altro. Questo intervallo si chiama QT prolungato e si può verificare da un elettrocardiogramma. 

La sindrome del QT lungo congenita è un problema ereditario e si verifica in tre tipi. Nella sindrome di Romano-Ward si manifesta in persone ereditanti una singola variante genetica di un genitore. Poi ci sono la sindrome di Jervell e quella di Lange-Nielsen. Questa è la variante più grave, dove i bambini ereditano le anomalie genetiche da entrambi i genitori. Nella sindrome del QT lungo acquisita il problema può essere causato da:

  • ipotermia
  • basso contenuto di calcio 
  • basso contenuto di magnesio 
  • potassio basso
  • tumore benigno della ghiandola surrenale 
  • ictus o sanguinamento cerebrale 
  • tiroide ipoattiva 

L’obiettivo del trattamento per curare la sindrome è prevenire battiti cardiaci irregolari e la morte improvvisa. A volte serve una terapia farmacologica con beta bloccanti e antiaritmici. Alcuni pazienti necessitano di un intervento chirurgico per controllare il battito cardiaco, magari nel caso in cui non si possano assumere beta-bloccanti. La chirurgia aiuta a ridurre il rischio di morte improvvisa. Un’alternativa è il defibrillatore cardioverter impiantabile (ICD), ma la maggior parte delle persone con la sindrome non ne necessita.

 

 

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