Il colera corre veloce e tocca picchi allucinanti abbracciando ben 29 paesi coinvolti al mondo. Un’infezione diarroica causata dal batterio Vibrio cholerae. In casi gravi può portare alla morte per disidratazione. Il problema è aumentato dalla scarsità dei vaccini. Una delle due uniche aziende produttrici di tale vaccino ha già annunciato la cessazione di fornitura entro il 2023. Il colera però non dà tregua e continua a diffondersi. A inizio del 2023 il Malawi ha dovuto ritardare l’apertura delle scuole in due città meridionali per fermare i contagi. Da marzo 2022 i contagi sono saliti a quasi 18mila provocando 600 morti. 

La soluzione a lungo termine sarebbe migliorare la situazione sanitaria e igienica di questi Paesi con investimenti in infrastrutture idriche. A breve termine invece la soluzione sarebbero i vaccini. Servirebbero due dosi del vaccino orale attuale per proteggere il 65% di persone contro le forme gravi della malattia per tre anni. Sempre più difficile è convincere le aziende farmaceutiche alla produzione di vaccini per i paesi più poveri. Per i vaccini anticovid i paesi più ricchi sono disposti a pagare tanto, ma non per i vaccini per il colera. Le cause sono i prezzi bassi e la domanda incerta

La soluzione del problema sarebbe eliminare l’incertezza della domanda. I paesi con il colera dovrebbero lavorare con l’Oms per fare una stima dei vaccini utili sulla base di dati pluriannuali. Un modo per consentire alle aziende di creare quantità corrette di vaccini. Un metodo per vendere più vaccini per il colera sarebbe abbassare i costi di produzione. Un’ultima soluzione sarebbe consentire l’uso di vaccini non approvati dall’Oms. In paesi come Vietnam, Cina e Bangladesh esistono aziende che producono vaccini anticolera. Il problema è che sono troppo costosi o non sono stati approvati dall’Organizzazione. Questi vaccini non approvati potrebbero essere ugualmente usati stipulando accordi indipendenti con le aziende produttrici, senza il lasciapassare dell’Oms.