Diabete: nuovi passi verso l’insulina in pillola

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Un team di ricercatori ha somministrato per la prima volta l’insulina al colon di topi con una compressa per via orale. L’insulina in compresse è un passo da gigante per i malati di diabete, per loro l’insulina è un salvavita. Essa però non può essere ingerita con una pillola, ma iniettata sotto la pelle con pompa o siringa. I malati di diabete non riescono a regolare lo zucchero nel sangue, perché non riescono a produrre insulina o ne producono in quantità insufficiente. 

Le iniezioni di insulina devono essere fatte più volte al giorno, quindi possono essere dolorose. Inoltre, il problema è che alcuni pazienti non assumono la dose giusta nei tempi corretti. Per creare queste compresse sono state usate come copertura le microparticelle di magnesio. Ci sono anche uno strato di insulina e liposomi. Le particelle sono state mescolate con bicarbonato di sodio, poi pressate in mini-compresse di 3 mm, ricoperte con amido esterificato. 

L’amido serve a proteggere le pastiglie dall’acido dello stomaco. Un modo per farle arrivare intatte fino al colon. Le microparticelle di magnesio, scomponendosi, reagivano con l’acqua formando bolle gassose di idrogeno per spingere l’insulina verso il rivestimento del colon per l’assorbimento. Le nuove piccole compresse sono state testate sui topi. Così si è scoperto che potevano ridurre i livelli di glucosio nel sangue per più di 5 ore. Insomma, la pillola può mantenere un livello di glucosio basso quanto l’iniezione di insulina.

 

 

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