Per fortuna, la guerra, le sanzioni e la Russia non ci hanno messo in ginocchio con un drastico razionamento del gas. I termosifoni sono rimasti accesi facendoci godere del piacevole abitudinario calduccio. Se le cose fossero andate peggio però cosa sarebbe successo? Se non avessimo potuto accendere i riscaldamenti, quali sarebbero state le conseguenze? Un curioso esperimento ha sottoposto alcuni partecipanti a una temperatura di 10 gradi per 30 lunghi minuti. Una temperatura scelta non in modo casuale, ma la stessa che avremmo nelle nostre case, senza poter accendere i riscaldamenti. Dieci gradi sono più che sufficienti per provocare cambiamenti drammatici nel corpo umano, mettendo fortemente a rischio la salute.
Durante l’esperimento, già al di sotto dei 21 gradi, il corpo dei partecipanti ha captato i primi cambiamenti. A 18 gradi hanno smesso di sudare, i peli sulle braccia si sono rizzati, nel tentativo di isolare il corpo a livello termico. Le dita delle mani o il naso sono i primi a farsi freddi e a perdere colore per la vasocostrizione che blocca l’afflusso di sangue. Quest’ultimo viene indirizzato verso le aree dell’organismo che devono essere mantenute al caldo per forza.
I rischi per la salute sono maggiori per anziani e fragili, ad appena 10 gradi possono insorgere infarti e ictus. Un ridotto afflusso di sangue al cervello nei mesi freddi diminuisce l’apporto di ossigeno e glucosio, carburante per le cellule. Di conseguenza c’è minore prontezza e agilità mentale. Le ondate di gelo sono più rischiose a livello di morte rispetto alle ondate di caldo anomalo o intenso.