Nuove registrazioni riportano in vita musiche di fine ‘800

La Pennine Records, nel Regno Unito, ha pubblicato nuova musica creando nuove registrazioni utilizzando un’apparecchiatura rara che registra la musica come si faceva prima del 1925.

Le due persone a capo di questo progetto, il violinista David Milsom e la pianista Inja Stanović, hanno utilizzato la tecnologia di registrazione storica. Entrambi sono membri dello Historical Performance Research Group del Dipartimento di Musica e Arti del Design dell’Università di Huddersfield. Entrambi gli artisti sono specializzati nell’esecuzione di musica risalente alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo, e questo lavoro ha permesso loro di approfondire ulteriormente questo concetto e di produrre qualcosa di fresco e nuovo, ma allo stesso tempo nostalgico e tradizionale.

Dai dischi di cera al formato digitale

Fondamentale per portare avanti il progetto è stato avere a disposizione l’attrezzatura per catturare il suono dai dischi di cera e un ingegnere in grado di dare vita a queste registrazioni. Il marito della Stanović. Il disco di cera, in parole povere, è un cilindro cavo fatto di cera che, inserito in un fonografo o in una macchina grafofonica, consente di registrare il suono e di riprodurlo. Le macchine, come il fonografo e il grammofono, erano necessarie per la riproduzione dei dischi e la successiva registrazione.

L’ingegnerAdam Stanović, è riuscito a rendere disponibili online le registrazioni trasferendole dai dischi di cera al formato digitale. La moglie pianista si è appassionata non solo all’ascolto delle registrazioni acustiche prodotte, ma anche al loro utilizzo per comprendere il periodo e la storia. “Dal punto di vista musicale è estremamente importante fare ricerche”, conclude Stanović. “La ricerca, in questo contesto, non è solo ascoltare e scrivere; è anche suonare e mettersi nei panni dei musicisti storici, accettando le piccole imperfezioni che sono una conseguenza inevitabile di una registrazione a ripresa singola e di un supporto di registrazione in cera”.

Il risultato della ricerca

I progetto di ricerca di Inja Stanović, durato un anno, ha prodotto un album: (Re)constructing Early Recordings: a guide for historically informed performance. Come suggerisce il titolo, questo progetto si è concentrato sulle tecnologie utilizzate per produrre le prime registrazioni e, più specificamente, sui modi in cui queste registrazioni rivelano le pratiche performative del passato. Il progetto è stato molto pratico: una serie di musicisti esecutori sono stati invitati a produrre nuove registrazioni, pur utilizzando le prime tecnologie di registrazione, strumenti d’epoca e pratiche esecutive dei primi del ‘900. L’obiettivo era quello di ricostruire e studiare le circostanze in cui le registrazioni storiche sono state originariamente prodotte, al fine di comprendere meglio ciò che esse conservano dei musicisti esecutori del passato e che oggi sono una ricca fonte di ispirazione per i musicisti del presente. Tra i brani riproposti nelle tracce dell’album, sono presenti opere di Johann Sebastian Bach, Chopin, Domenico Scarlatti, Brahms.

A questo link è possibile ascoltare tutte le 12 composizioni.

 

 

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