Attualmente, il grave problema di carenza di manodopera sta dilagando in Europa, Italia inclusa. Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi stanno invece cercando di risolvere facilitando gli arrivi di lavoratori dall’estero. Serviranno sempre più lavoratori che provengono da fuori i confini del blocco. Stando ai dati del terzo trimestre del 2022 la percentuale più alta dei posti vacanti è in Austria con il 5%. Seguita dal Belgio e dall’Olanda (4,9%). In Germania il tasso è del 4,3%, in Francia è del 2,3%, in Italia del 2%. 

Nell’Ue c’è mancanza soprattutto di idraulici, infermieri, informatici, saldatori e autotrasportatori, ma anche di tecnici e ingegneri civili. A questo la Commissione Europea ha presentato un piano per favorire l’immigrazione legale combinando lavoro e soggiorno. A chi arriva in Europa si darebbe la possibilità di avere accesso a più diritti sociali e di portare con sé i familiari. 

Le proposte di Bruxelles sono in mano a Parlamento e Stati membri. Il Belgio ha già varato un permesso unico per lavoro e soggiorno. La Germania ha un piano predisposto per consentire l’arrivo di 50mila lavoratori annuali dai Balcani occidentali. La Francia e la Spagna stanno lavorando a una nuova legge sull’immigrazione. In Italia, invece, quando si parla di carenza di manodopera ci si collega al reddito di cittadinanza

Molti fattori causanti l’aumento dei posti vuoti nell’economia possono essere i bassi salari nel Sud Europa e l’invecchiamento della popolazione. Inoltre, dopo la pandemia la ripresa è stata più lenta e bassa nei settori peggio pagati e con le pessime condizioni lavorative. In Italia c’è invece la questione politica introdotta dal nuovo governo di centrodestra, che ha come punto focale il contrasto all’immigrazione. Alla fine, però anche i paesi meno propensi ad aprire le porte ai lavoratori stranieri, compresa l’Italia, lo faranno.