Il Conte Dracula: un team di scienziati vuole estrarne il DNA

Dracula di Bram Stoker

Un procedimento sofisticato e particolarmente complesso che in passato è servito per fare luce su altri personaggi storici sta cercando di scoprire dettagli sulla vita del conte Vlad per tutti Dracula.

Rimasto celebre per decenni, il conte Dracula rappresenta una figura immaginaria prodotta dalla penna di Bram Stoker a fine Ottocento che ha siglato definitivamente la figura del “vampiro perfetto”, ripreso da molti altri scrittori e registi cinematografici.Praticamente Bram Stoker con il romanzo Dracula ha creato un vampiro più carismatico, aggiungendo alle storie che già esistevano sui vampiri credenze popolari e superstizioni della Romania, che nella zona rurale tuttora e molto superstiziosa.

Il suo vampiro invece di essere un mostro terrificante è un aristocratico della Transilvania.

La personalità alla quale si è ispirato l’autore, però, è un personaggio storico realmente vissuto, tale Vlad III di Valacchia, conosciuto soprattutto come Vlad l’Impalatore, un uomo crudele e sanguinario. Ora gli esperti stanno tentando di estrarre il suo DNA, non per clonare l’antico sovrano, ma per realizzare esclusivamente un’immagine della composizione fisica dell’impalatore valacco e ricostruire le condizioni climatiche nelle quelle viveva.

Ora, infatti, la tecnologia è in grado di ricostruire le caratteristiche fisiche di una persona usando esclusivamente un campione del codice genetico: il sesso, il colore degli occhi e dei capelli, la carnagione, le lentiggini e anche alcune caratteristiche del viso. Alcuni esperti di settore hanno spiegato di aver estratto delle tracce biochimiche da una lettera firmata da Vlad l’Impalatore sulla quale sono state scoperte molecole come proteine ​​e metaboliti.

Queste molecole risultano più stabili del DNA – spiegano infine Gleb e Svetlana Zilberstein al The Guardian – e sono in grado di fornire maggiori informazioni sulle condizioni ambientali, la salute, lo stile di vita, l’alimentazione del soggetto“

Gary OldmanLa pergamena, sulla quale hanno lavorato i due studiosi, è datata 1475 e fu scritta dal nobile Conte della Valacchia agli abitanti di Sibiu per informarli che si sarebbe insediato nella città. Gli scienziati hanno scoperto e sperimentato un metodo per estrarre materiale genetico sugli oggetti toccati da persone scomparse secoli addietro assieme ad un professore italiano, Pier Giorgio Righetti del Politecnico di Milano. Sembra quasi un mix tra Jurassic Park e La Mummia, ma effettivamente lo studio è molto avanzato e riesce a produrre degli ottimi risultati. Il loro primo esperimento è stato sul manoscritto originale de Il Maestro e Margherita dello scrittore sovietico Mikhail Bulgakov. Dagli esami risultò che lo scrittore era costretto ad usare la morfina per alleviare il dolore di una grave patologia, ovviamente scoperta che è stata fatta solo grazie all’utilizzo di questa particolare tecnica.

Ora bisognerà attendere l’esito degli esami per sapere quale fosse lo stato di salute del nobile Vlad.

I due esperti sono stati soprannominati “detective delle proteine“, anche se loro preferiscono la definizione più scientifica di “chimici storici“, si sono posti come obiettivo quello di estrarre materiale genetico dalle lettere scritte da Vlad Dracula chiarendo che il lavoro consiste nel trovare le tracce biochimiche lasciate dal momento in cui l’oggetto storico è stato creato, o è stato usato in questo caso dal Conte Vlad.

Quando troviamo le !biomolecole storiche”, iniziamo ad analizzarle. Cioè a determinare la composizione molecolare e l’età delle molecole storiche. Determiniamo soprattutto proteine e metaboliti. Queste molecole sono più stabili del DNA e forniscono maggiori informazioni sulle condizioni ambientali, la salute, lo stile di vita, l’alimentazione della persona storica a cui le molecole storiche appartenevano.

Gli Zilberstein sono nati in Kazakistan e da 26 anni vivono e lavorano a Tel Aviv, in Israele. Insieme al professor Pier Giorgio Righetti del Politecnico di Milano, hanno sviluppato l’analisi biochimica utilizzata per estrarre le proteine da oggetti toccati o indossati da persone morte da tempo. Dopo aver lavorato sul manoscritto originale de Il Maestro e Margherita  si sono focalizzati su altri grandi scrittori e personaggi del passato. Dopo Bulgakov, si sono infatti occupati di Anton Cechov analizzando la camicia con cui è morto e la sua ultima lettera; Cechov soffriva di tubercolosi e usava varie sostanze come antidolorifici, ma è morto per un ictus. Dopo Cechov, le indagini si sono spostate sulla lettera di George Orwell a Mosca trovando tracce di tubercolosi, che aveva contratto in Spagna.

Ora la loro lente d’ingrandimento è sul conte Vlad e ci si aspettano risultati straordinari.

Qualche riferimento sul Conte Vlad l’Impalatore

Intanto si deve ricordare che il vero nome del principe della Valacchia è Vlad III. Prende il nome di Draculea a causa di suo padre, Vlad II che faceva parte dell’Ordine del Drago, un ordine cristiano simile ai crociati che combattevano contro il nemico comune, l’impero ottomano. Vlad II essendo fiero di essere membro dell’Ordine del Drago decide di farsi chiamare “Vlad Drago” che in latino era “draco”, molto simile alla parola che i rumeni usano per il diavolo, “dracu”. Anche nella mitologia rumena il drago rappresenta il diavolo, quindi Vlad II viene chiamato dal suo popolo Vlad Dracul (diavolo) non Vlad Drago. Al figlio, Vlad III si aggiunge la desinenza “ea” quindi diventa Vlad III Draculea molto simile ovviamente al più famoso Dracula. Un falso storico, ma facilmente riconducibile è il luogo di appartanenza del Conte Vlad. Vlad Tepes l’Impalatore è stato il principe della Valacchia nel quindicesimo secolo, discendente dalla famiglia dei Basarabi, soprannominato appunto l’Impalatore.

Quello che lega Vlad Tepes alla Transilvania è soltanto il luogo di nascita. Vlad è nato 1431 nella cittadina di Sighisoara, dove la sua famiglia ha vissuto temporaneamente sotto la protezione del re d’Ungheria.

Ma perché fu chiamato l’Impalatore?

Vlad entra nella storia e nella mitologia rumena, non come Draculea, ma come Tepes, che vuol dire l’Impalatore, a causa del suo metodo preferito per le esecuzioni. Vlad Tepes aveva impalato i boiardi corrotti che complottavano contro di lui e contro l’interesse della Valacchia, ma anche i soldati turchi o altri nemici della Valacchia. Quindi l’immagine popolare che Vlad Tepes ha in Romania è quella di eroe popolare che fa di tutto pur di difendere il suo paese. Le leggende romene su Vlad Tepes parlano di un principe molto onesto, ma allo stesso tempo spietato con i disonesti, a prescindere dal ceto sociale, quindi un eroe popolare.

I suoi metodi terribili di applicazione della legge alimentarono la storia che nella piazza della città in cui sorgeva il suo castello, Dracula fece mettere una coppa d’oro in bella vista, senza che guardie o soldati ne sorvegliassero l’integrità.

Il signore romeno era così convinto che la paura della punizione avrebbe scoraggiato qualsiasi ladro. Una volta impalò un’intero esercito sulla strada che i Turchi dovevano percorrere per raggiungere il suo accampamento e fece apparecchiare la tavola in mezzo a tutti quei corpi mutilati per mangiare godendosi lo spettacolo. Quindi il conte Vampiro che non poteva uscire di giorno e aveva forza sovraumana con la possibilità di trasformarsi anche in varie creature non è propriamente storia reale, ma anche il suo corrispettivo da cui è stato preso spunto non era proprio un angelo sceso dal cielo. E qui la bravura di uno scrittore straordinario come Bram Stoker ha potuto trasformare un personaggio in un mito della letteratura gotico, un mito che non morirà mai come forse l’aura di mistero che circonda lo stesso Vlad.

In una di quelle grandi casse — cinquanta in tutto — su un mucchio di terra scavata da poco, giaceva il Conte! Era morto, o addormentato, non lo capivo — perché gli occhi erano aperti e immobili, ma senza l’aspetto vitreo della morte — le guance avevano il calore della vita pur nel loro pallore, e le labbra erano rosse come sempre.

Bram Stoker