L’ormesi funziona con veleni, calore, radiazioni, antibiotici, esercizio fisico e restrizione alimentare. In pratica, è applicabile a diversi stimoli negativi. Lo stesso principio dell’ormesi può essere applicato allo stress psicologico. Se sopportiamo piccole dosi di un agente nocivo, il nostro corpo sarà pronto in futuro ad affrontare sempre più alte dosi di quello stimolo. 

Un esempio è quello delle persone dipendenti dall’eroina. Coloro che consumano regolarmente questa sostanza, ne tollerano fino a tre volte la dose letale di 200 millilitri. In sintesi, lo stress fa bene alla salute. Se il dosaggio è elevato e isolato, può fare danni. Dall’altra se è invece moderato e periodico, allora genera effetti adattativi. Fra gli esempi portanti ci sono i mitocondri che diventano più resistenti all’ossidazione quando aumenta il livello di radicali liberi. L’esercizio che provoca lo stress al corpo aiuta a rallentare l’invecchiamento. Oppure altri esempi sono smettere di mangiare per il digiuno intermittente o addirittura lo sbalzo repentino di temperatura per la cura delle ferite. 

L’ormesi, comunque sia, è valida quando avviene l’applicazione della dose corretta di radiazioni, tossine, esercizio fisico, digiuno e altro ancora. Se la dose è più alta è dannosa, come se è più bassa. In conclusione, frequenti piccole dosi di stress sono salutari.