Akio Toyoda continua a far fede alla sua vocazione di Cassandra della rivoluzione elettrica. Se tutti i produttori guardano con entusiasmo alla transizione, il N.1 di Toyota invita l’opinione pubblica e la politica ad un approccio più pragmatico e realistico. «Altro che 2035», insiste quindi il magnate giapponese, «l’adozione di massa delle auto elettriche richiederà molti decenni».
Come abbiamo visto solamente poche settimane fa, in realtà quella di Toyoda è una voce sempre meno isolata e che trova forti consensi anche in Europa e soprattutto nel nostro Paese. Sono sempre di più le persone che hanno deciso di interrompere il silenzio e mettere in guardia il pubblico dai rischi di una transizione elettrica affrettata e decisa per decreto legge. Del fronte della cosiddetta neutralità tecnologica ve ne abbiamo parlato approfonditamente qui:
Ma torniamo a Toyoda. In occasione di un panel tenuto al CES 2023 di Las Vegas, il patron di Toyota è tornato sull’attacco, riproponendo un parallelismo che aveva già enunciato in passato. Le auto elettriche di massa? Come la guida autonoma.
«Ci avevano promesso che per il 2022 saremmo già stati tutti a bordo di veicoli a guida completamente autonoma, ma le cose sono andate molto diversamente», ha detto, aggiungendo che per le auto elettriche le cose andranno allo stesso modo. Continueranno ad essere un giocattolo esclusivo per pochi consumatori facoltosi.
Akio Toyoda ha ribadito di essere un sostenitore di un approccio tecnologicamente neutrale: le sfide della mobilità sostenibile, in altre parole, non si possono vincere solo con le auto elettriche. Servono anche ibride, carburanti sintetici, idrogeno e diesel di nuova generazione.
Forse più di tutti gli altri produttori, Toyoda ha puntato moltissimo sulla tecnologia Fuel Cell ed è considerato il più importante pioniere nel settore delle auto ibride. «Esistono moltissime opzioni diverse che possiamo proporre ai clienti, l’elettrico non è l’unica strada».