In un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Science, un’équipe internazionale, comprendente scienziati del CNRS e dell’Università di Tolosa III-Paul Sabatier, ha dimostrato una perdita di massa glaciale superiore a quanto previsto in precedenza – in particolare, dall’11 al 44% in più rispetto alle stime utilizzate nell’ultimo rapporto Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC). I piccoli ghiacciai (<1 km2) predominano sul nostro pianeta e sono i più colpiti dalla perdita di massa. Nello scenario in cui si prevede che il riscaldamento globale dovrebbe essere limitato a 1,5 °C, si prevede che il 49% dei ghiacciai del mondo, la maggior parte di quelli piccoli, scomparirà entro il 2100, provocando un aumento del livello del mare di 9 cm. Anche i ghiacciai più grandi ne risentirebbero, ma non scomparirebbero. Se, invece, le temperature aumenteranno di 4 °C, né i ghiacciai piccoli né quelli grandi saranno risparmiati: L’83% scomparirebbe e ci sarebbe un innalzamento del livello del mare di 15,4 cm. Per giungere alle loro conclusioni, il team di scienziati si è basato sulle osservazioni di uno studio che ha quantificato una diffusa e accelerata perdita di massa glaciale in tutto il mondo tra il 2000 e il 2019. Questi dati hanno permesso di calibrare il loro modello matematico, sviluppato appositamente per il lavoro presentato nella loro pubblicazione, per ognuno dei 215 mila ghiacciai presenti sulla Terra. Il modello tiene conto anche di processi non rappresentati in precedenza, come la perdita di massa dovuta al distacco degli iceberg e l’effetto di uno strato di detriti sulla superficie di un ghiacciaio. La riduzione dei ghiacciai più grandi, come quelli in Alaska, nell’Artico canadese e intorno all’Antartide, fondamentale per il futuro innalzamento del livello del mare, potrebbe essere ancora limitata se attuiamo misure per mitigare il riscaldamento globale.