Dopo che James Gunn e Peter Safran sono divenuti CEO dei DC Studios c’è stata una vera e propria rivoluzione all’interno della casa di produzione, al punto da portare alla cancellazione di Wonder Woman 3 e di Heny Cavill come Superman. Ma, nonostante oltreoceano si sia diffusa la notizia che la serie TV su Green Lantern è stata cancellata, lo stesso James Gunn ha voluto smentirla.
Secondo Comic Book Resource, HBO Max avrebbe cancellato la produzione del progetto, e James Gunn avrebbe altri piani per Green Lantern, tra film ed altre apparizioni. Il regista avrebbe però smentito il tutto riproponendo il pezzo accompagnandolo dalla parola “fake”.
Perciò la serie TV su Green Lantern è ancora in produzione, e secondo quanto è stato rivelato da Deadline qualche tempo fa, al centro del telefilm non ci saranno più i character di Guy Gardner e Alan Scott, ma bensì John Stewart, uno dei primi supereroi di colore dell’universo DC.
Questo cambio di prospettiva su Green Lantern ha portato lo showrunner Seth Grahame-Smith a non essere più coinvolto nel nuovo progetto, anche se la Berlanti Productions resta la casa di produzione che si occuperà del telefilm. Ricordiamo che la Berlanti Productions ha già lavorato su Titans, Doom Patrol e su Dead Boys Detectives.
Tra gli interpreti precedentemente coinvolti sul telefilm dedicato a Green Lantern ci sono Finn Wittrock e Jeremy Irvine che dovevano vestire i panni di Gardner e Scott. Il progetto iniziale è stato scritto da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Grahame-Smith, con l’obiettivo di reinventare i character DC tratti dal fumetto originale, con una storia che inizia nel 1941 raccontando del primo Green Lantern, l’agente FBI Alan Scott (Irvine), e soffermandosi anche sul Green Lantern del 1984, Guy Gardner (Wittrock).
Ricordiamo che Green Lantern doveva apparir anche nel Justice League di Zack Snyder. Ecco cosa ha raccontato l’attore Wayne T Carr, che doveva vestire i panni del personaggio:
Zack mi ha detto che avremmo girato una scena, e che poi avrebbe aspettato la reazione degli Studios. Fu una cosa pazzesca perché andammo a girare in quelli che chiameremmo ‘Driveway Studios’ (praticamente gli ingressi agli studi di produzione ndr). Poi mi chiamò dopo che fece vedere le riprese, e credo fosse già la seconda volta che le mostrava. E mi ha detto qualcosa per farmi intendere che non lo avrebbero lasciato includere la mia scena.