Per scrivere questa recensione di Peacemaker, serie TV da poco approdata su TimVision, occorre tenere bene a mente che gli universi narrativi di James Gunn sono un qualcosa di completamente alternativo anche rispetto al tipo di genere che stanno affrontando. Soprattutto quando si parla di supereroi, il popolare filmmaker ha sempre cercato di sovvertire i cliché di questo sottogenere sin dai tempi di Super, un suo film poco conosciuto, ma in cui si poteva già notare quanto Gunn avesse voglia di sovvertire ciò che solitamente si crede di sapere e ci si aspetta di vedere in una produzione supereroistica. E Peacemaker non è da meno.
Un mondo bizzarro
La serie TV si apre con il personaggio di John Cena che si risveglia in ospedale dopo lo scontro quasi mortale avuto sul finale di The Suicide Squad. L’antieroe ha recuperato le forze e può tornare in libertà, ma si tratta di una condizione limitata dalla presenza di una squadra di persone a lui affiancate indirizzate da Amanda Waller. In tutto ciò Peacemaker dovrà confrontarsi con suo padre, e con strane figure incrociate casualmente in serate al bar. La sigla di apertura della serie TV fa già intendere cosa vuole proporre James Gunn: una produzione anticonvenzionale, che strizza l’occhio agli anni Ottanta, per un misto tra riferimenti postmoderni a quella decade, schemi da storia action-supereroistica completamente sovvertiti, personaggi che non riescono e non sono da prendere completamente sul serio. Se ciò che abbiamo visto in The Suicide Squad ci è sembrato un qualcosa di sopra le righe, Peacemaker intende andare oltre, scendendo su una dimensione più “quotidiana” del super/anti-eroe, addentrandosi in un mondo bizzarro in cui tutto sembra, allo stesso tempo, così vero, ma anche così assurdo.
In Peacemaker possiamo trovare il personaggio protagonista uscire dall’ospedale prendendo un taxi con indosso i vestiti laceri indossati durante la sua missione in The Suicide Squad, fuggire da una sorta di killer animalesco fermandosi a discutere di vinili iconici con dei presunti ostaggi, ed altre bizzarrie di questo genere. James Gunn ha la grande capacità di saper raccontare la dimensione domestica ed anche quella colossale riuscendoci a mettere sempre la sua impronta, e dando una coerenza al tutto. Chiaramente per riuscire a superare un compito per certi versi così arduo bisogna avere al proprio fianco una squadra all’altezza, e James Gunn è sempre stato abile nel riuscire ad affiancarsi persone perfettamente azzeccate in ogni ruolo, sia dietro che davanti la telecamera.
Ed in Peacemaker non si può non riconoscere la qualità di John Cena, che riesce a mettersi in gioco come mai fino ad ora.
L’idea di un personaggio tanto muscoloso e potente, quanto altrettanto stupido in alcune situazioni, richiede un bilanciamento di performance ed una capacità di sapersi prendere in giro piuttosto importante. Ma James Gunn è sempre riuscito ad ottenere il massimo dagli ex wrestler, e così come per Dave Bautista, la performance di John Cena sembra essere perfetta per il personaggio che si ritrova a interpretare.
La sospensione dell’incredulità
Ciò che colpisce della figura di Peacemaker (o almeno quello raccontato nella serie TV di James Gunn) è il fatto che questo character riesca a conquistare il pubblico per la sua totale genuinità. Il registro bizzarro e umoristico a volte mette alla prova la sospensione dell’incredulità. Nel vedere tutta la fatica che fa Peacemaker a fuggire dagli agenti delle forze speciali che lo rincorrono in un palazzo, ci si domanda come faccia un personaggio del genere a combattere in situazioni al limite del normale. Ma è questo elemento che riesce a fare la differenza con James Gunn, ovvero la capacità del regista di creare universi narrativi coerenti, personaggi che anche nelle bizzarrie più totali risultano credibili.
James Gunn è uno di quei registi e narratori che riescono a “farsi credere”, ed a fare entrare gli spettatori nel proprio mondo, fin dalla prima inquadratura.
Chiaramente non mancano in questa serie TV anche tutti gli altri elementi che sono tra i pezzi forti delle storie con la firma di Gunn, dalla scelta di brani musicali caratterizzanti (praticamente tutti tratti dalla musica pop anni Ottanta), ad una scrittura e dei dialoghi che funzionano costantemente, creando gag originalissime, personaggi che anche in piccoli ruoli riescono a non essere dimenticabili, ed una figura mascotte che fa affezionare il pubblico: stiamo parlano dell’aquila Eagly, che affianca Peacemaker nelle sue avventure.
La fotografia e le ambientazioni della serie TV, che strizzano l’occhio in qualche modo ai telefilm action anni Ottanta, aiutano a calarsi ancora di più nelle atmosfere di un prodotto, che lo stesso Gunn aveva dichiarato fosse una sorta di rifacimento di produzioni come il telefilm su Captain America della fine degli anni Settanta. Chiudiamo questa recensione sulla serie TV Peacemaker sottolineando come per gli appassionati delle storie alla James Gunn questo progetto non tradisca affatto le attese, rivelando come il regista dei Guardiani della Galassia riesca a calarsi bene nei minutaggi più vari (dal film, alla serie TV fino al mediometraggio, così come abbiamo visto nell’Holiday Special dei Guardiani della Galassia). La performance di John Cena e dell’intero cast risulta credibile e diverte, per una storia nell’universo DC che cambia registro rispetto al canone dei cinecomics, ma che sa come intrattenere.
Peacemaker è una serie TV disponibile su TimVision.
Peacemaker è una serie TV che non si prende sul serio, e che riesce a intrattenere all'interno di un mondo supereroistico bizzarro, così come James Gunn ha sempre cercato di raccontare nelle sue produzioni.
- Il tocco di James Gunn si vede e si sente in pieno.
- John Cena offre una performance perfetta.
- Una variante d'intrattenimento nell'universo DC.
- A volte il ritmo delle puntate cala sulla scia di dialoghi bizzarri e situazioni umoristiche varie.