Il Governo Meloni potrebbe accantonare lo Spid, l’identità digitale unica che consente di interfacciarsi con tutti i servizi della Pubblica Amministrazione (e non solo).

Per il momento c’è solo una dichiarazione d’intenti, che ci arriva per bocca di Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, in occasione della convention per il decennale dalla fondazione di Fratelli d’Italia (posizioni poi ribadite con una lettera al Corriere). Butti ha spiegato che il piano prevedrebbe di «spegnere» gradualmente lo Spid, che verrebbe sostituita dalla carta d’identità elettronica (Cie) in tutte le sue funzioni.

Butti era già noto per il suo scetticismo nel confronto dello Spid, tant’è che nel 2020, quando era deputato, aveva presentato un ordine del giorno chiedendo che il Governo si impegnasse ad attuare un piano per creare un nuovo sistema di identità gestito in via esclusiva dallo Stato e non attraverso fornitori privati – come accade ora.

Dal 2020 ad oggi sono cambiate molte cose. Ad esempio, nel suo intervento alla Camera di due anni fa Butti sosteneva che lo Spid fosse stato un fallimento, anche sulla base del fatto che di identità generali ne erano state erogate solamente 5,7 milioni. Troppo poche e sintomo che questa soluzione non era riuscita a far presa sugli anziani. Oggi però gli SPID all’attivo sono oltre 33 milioni.

La Cie esiste già e in Italia ne sono state distribuite 31,3 milioni. Ciononostante, non è sempre semplice ottenere una carta d’identità elettronica e alcuni Comuni si rifiutano di concederla se non dopo la naturale scadenza del vecchio documento. Talvolta è richiesto il pagamento di un contributo che, a seconda del comune, può essere più o meno oneroso. Per il resto, la Cie fornisce sempre un’identità digitale di terzo livello, mentre con la Spid dipende dalle scelte del cittadino, che se lo ritiene può chiedere una smart card con NFC o lettore da collegare via USB al computer.

La Cie ha un chip ed è accompagnata da un codice pin e da un puk. Funziona con la tecnologia NFC, la stessa delle carte di debito contactless.

Le posizioni di Butti sono state comunque ampiamente criticate e le opposizioni hanno accusato il Governo di voler disfare uno strumento che funziona è che – al netto delle diffidenze iniziali – è ritenuto comodo ed efficiente da un numero crescenti d’italiani.