Meta, il colosso che controlla i social Facebook e Instagram, rischia nuovamente di essere sanzionato dall’Unione Europea. La Commissione mette nel mirino il business degli annunci pubblicitari dell’azienda e Facebook Marketplace, il mercatino degli utenti: l’accusa è di aver abusato della propria posizione dominante nel mercato, creando un pregiudizio alla libera concorrenza.
Le accuse sono contenute nel parere preliminare redatto dalla Commissione, ma l’iter che porterà ad un’eventuale sanzione è ancora lungo e Meta, che contesta il fondamento delle accuse, avrà diritto di contradditorio. È passato circa un anno e mezzo da quando la Commissione e la CMA del Regno Unito avevano annunciato due indagini separate (ma con reciproco scambio di informazioni) sull’ipotesi che quello di Meta fosse un abuso di posizione dominante con gravi effetti distorsivi sul mercato delle inserzioni pubblicitarie online. Nella fattispecie, la tesi è che Meta utilizzi i dati estrapolati da Facebook per ottenere un vantaggio indebito sui concorrenti.
La CMA, che è l’autorità di antitrust del Regno Unito, la stessa che ha messo nel mirino anche l’accordo Microsoft-Activision, aveva già confermato le intenzioni di proseguire nella sua azione contro Meta ad agosto. A distanza di quattro mesi, l’Unione Europea ha annunciato di voler fare altrettanto.
La Commissione accusa Meta di aver violato l’articolo 102 del TFUE, uno dei due pilatri del diritto dell’UE assieme al Trattato sul funzionamento dell’UE, nonché quello che dispone le misure a contrasto dei monopoli e degli oligopoli, oltre che degli aiuti di Stato illeciti. Sarebbe il rapporto interdipendente tra Facebook e Facebook Markeplace a costituire un vantaggio indebito per Meta che «i concorrenti non possono eguagliare».
Poi la Commissione contesta i termini e le condizioni – unilaterali e non soggetti a trattativa – imposti da Meta alle aziende che forniscono piattaforme di servizi pubblicitari concorrenti e agli stessi utenti. Termini e condizioni che costringono le aziende in questione a condividere con Facebook una quantità di dati che l’istituzione europea definisce «ingiustificata e completamente sproporzionata rispetto agli scopi del contratto». Insomma, dati che ovviamente verrebbero condivisi con Facebook Marketplace, fornendo alla piattaforma per la compravendita tra privati tutti gli strumenti per rubare terreno e quote di mercato alla concorrenza.
Inoltre, la Commissione sottolinea anche come tutti gli utenti di Facebook – a prescindere dal loro consenso – vengano automaticamente iscritti (e dunque sottoposti agli annunci) anche a Marketplace. Potendo contare su una base utenti composta da miliardi di persone in tutto il mondo, Meta avrebbe in questo modo un vantaggio di distribuzione che rivali (come eBay o Vinted) non potranno mai eguagliare.