Striata come una tigre, con un corpo simile a quello di un cane, la tigre della Tasmania – o tilacino (Thylacinus cynocephalus) – è in realtà un grosso marsupiale, più strettamente imparentato con il quoll e il numbat. Un tempo questi mammiferi a zampa d’elefante erano presenti in tutta l’Australia, anche se all’inizio del XX secolo il loro areale era limitato alla Tasmania.
Oggi sappiamo che i resti dell’ultimo esemplare di tilacino in cattività sono stati accidentalmente inclusi in un programma educativo che ha viaggiato di scuola in scuola, insegnando agli studenti l’anatomia di queste creature a lungo scomparse. Parti della pelle dell’esemplare mostrano ancora la pelliccia appiattita nel punto in cui i bambini potevano accarezzarla. All’epoca nessuno si rese conto di ciò che stava maneggiando e, negli anni ’80, il corpo fu conservato e prontamente dimenticato.
Catturata illegalmente da un cacciatore di nome Elias Churchill nel maggio del 1936, la femmina più anziana di tilacino fu venduta segretamente all’ormai chiuso zoo di Beaumaris, a Hobart, dove sarebbe morta mesi dopo, la notte del 7 settembre. All’epoca, nessuno si rese conto che questa sarebbe stata l’ultima tigre della Tasmania ad abbellire uno zoo. In effetti, i registri indicano che si andava ancora a caccia di tilacini selvatici ben oltre il 1936.
“Per anni, molti curatori di musei e ricercatori hanno cercato i suoi resti senza successo, poiché nessun materiale del tilacino risalente al 1936 era stato registrato nella collezione zoologica, e quindi si pensava che il suo corpo fosse stato scartato”, afferma Robert Paddle, psicologo comparativo dell’Università Cattolica Australiana. La caccia al tesoro si è riaccesa solo di recente, quando Paddle e Kathryn Medlock, curatrice onoraria del Tasmanian Museum and Art Gallery (TMAG), si sono imbattuti in un rapporto inedito.
Era scritto in un registro del 1936/1937, curato dal tassidermista del museo, e il passaggio menzionava che il tilacino morto nel 1936, l’ultimo individuo vivente conosciuto della sua specie, era stato donato al TMAG. Ma non si trovava nella sezione zoologica del museo, dove i ricercatori l’avevano già cercato. Si trovava invece nella sezione educativa del museo, precisamente dentro un armadio. “La pelle è stata accuratamente conciata come una pelle piatta dal tassidermista del museo, William Cunningham, in modo da poter essere facilmente trasportata e utilizzata come esemplare dimostrativo per le classi scolastiche che imparano a conoscere i marsupiali della Tasmania”, spiega Medlock.