Noi esseri umani ci differenziamo per diversi aspetti dai nostri antenati ominidi, come gli scimpanzé e i gorilla, uno dei quali è la differenza tra i nostri occhi e i loro. In particolare, il dibattito scientifico si è concentrato sulla differenza nel colore della sclera, chiamata anche “bianco dell’occhio”, ovvero la porzione bianca esterna e visibile, intorno all’iride. Negli ominidi le sclere, strati opachi, fibrosi e protettivi sono di colore marrone scuro.
Una delle principali supposizioni circa la motivazione di questa differenza è che, in una specie sociale come l’uomo, le sclere chiare favoriscono la fiducia e riducono l’aggressività. Le sclere depigmentate delineano cornee più scure, lo sguardo diventa più facile da seguire, il contatto visivo è più immediato e lo stato emotivo di una persona può essere “controllato” attraverso gli occhi. Le ricerche su questi aspetti sono state condotte confrontando bonobo e scimpanzé, strettamente imparentati tra loro, confermando questa idea. I bonobo hanno sclere il cui colore si avvicina molto al nostro “bianco dell’occhio” ed effettivamente sono molto meno aggressivi nei confronti dei loro simili rispetto agli scimpanzé che hanno sclere molto più scure.
“Rendendo l’individuo più leggibile e più facile da monitorare, una sclera depigmentata potrebbe servire come prova di onestà, affidabilità e fiducia”, ha scritto recentemente un team di ricercatori polacchi.
Per verificare questa ipotesi, gli scienziati hanno reclutato 350 partecipanti da oltre quaranta Paesi tramite la società di ricerca Prolific, quindi hanno mostrato a ciascun soggetto venti immagini di volti di ominidi generati al computer con sclere diverse, alcune scure e altre chiare. I partecipanti hanno valutato ogni volto in base all’età, all’aggressività, all’attrattiva, all’affidabilità.
Gli ominidi con sclere più bianche sono stati considerati più giovani, meno aggressivi, più attraenti, più sani e più affidabili di quelli con sclere più scure.
“I nostri risultati supportano l’idea che l’aspetto di sclere più depigmentate promuova tratti percepiti che favoriscono la fiducia, aumentando la fitness per quegli individui e portando alla depigmentazione come tratto fisso negli esseri umani attuali”, scrivono i ricercatori.