Il vino aiuta la memoria

Secondo uno studio pubblicato su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology, i flavonoli, che appartengono al gruppo dei flavonoidi – sostanze fitochimiche che si trovano nei pigmenti vegetali- apportano diversi benefici alle abilità cognitive che regrediscono a causa di determinate malattie.

Lo studio ha coinvolto 961 persone di età media di 81 anni, seguiti per una media di sette anni. I ricercatori hanno chiesto loro di compilare un questionario sulla frequenza con cui mangiavano determinati alimenti, oltre a completare test cognitivi e di memoria annuali. Sono stati inoltre interrogati su altri fattori, come il livello di istruzione, il tempo dedicato alle attività fisiche e quello dedicato ad attività mentalmente coinvolgenti, come la lettura e i giochi.

Le persone sono state divise in cinque gruppi uguali in base alla quantità di flavonoli presenti nella loro dieta. Il gruppo più basso aveva un’assunzione di circa 5 mg al giorno e il gruppo più alto ne consumava in media 15 mg al giorno; il che equivale a una tazza -circa- di verdure a foglia scura.

Per determinare i tassi di declino cognitivo, i ricercatori hanno utilizzato un punteggio globale di cognizione: punteggio medio variava da 0,5 per le persone senza problemi di pensiero a 0,2 per le persone con lieve deterioramento cognitivo a -0,5 per le persone con malattia di Alzheimer.

Tè, salsa di pomodoro, vino: la ricetta per mantenere la memoria

I ricercatori hanno scoperto che il punteggio cognitivo delle persone che avevano il più alto apporto di flavonoli diminuiva a un tasso di 0,4 unità per decennio più lentamente rispetto alle persone che avevano il più basso apporto, questo confermerebbe le ipotesi dei ricercatori.

I flavonoli si costituiscono di quattro metaboliti: kaempferolo, quercetina, miricetina e isoramnetina. Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno provveduto a fare un ulteriore raggruppamento: capire quali alimenti contribuissero maggiormente per ciascuno dei quattro elementi:

tè, vino, cavolo, arance e pomodori per la miricetina;

cavolo, fagioli, , spinaci e broccoli per il kaempferolo;

pomodori, cavolo, mele e tè per la quercetina;

pere, olio d’oliva, vino e salsa di pomodoro per l’isorhamnetina.

Le persone con il più alto apporto di miricetina registrano un tasso di declino cognitivo più lento di 0,3 unità per decennio e le persone con il più alto apporto di kaempferolo hanno registrato un tasso di declino cognitivo più lento di 0,4 unità per decennio. 

Uno degli autori dello studio, Thomas M. Holland, commenta così i risultati dello studio: “È entusiasmante che il nostro studio dimostri che fare scelte alimentari specifiche può portare a un rallentamento del declino cognitivo. Una cosa semplice come mangiare più frutta e verdura e bere più tè è un modo semplice per assumere un ruolo attivo nel mantenere la salute del cervello”.

 

  • Association of Dietary Intake of Flavonols with Changes in Global Cognition and Several Cognitive Abilities. (neurology.org)
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