La tecnologia ci farà davvero spuntare la gobba?

Per comprendere appieno l’impatto che la tecnologia di tutti i giorni ha su di noi, la compagnia TollfFreeForwrding.com, che si occupa di telecomunicazioni e ha sede a Los Angeles, ha selezionato diverse ricerche scientifiche e opinioni di esperti sull’argomento e poi ha lavorato con un designer 3D per creare un prototipo di umano (che hanno chiamato Mindy) il cui corpo è fisicamente cambiato a causa dell’uso costante di smartphone, laptop e altre tecnologie. Il risultato è che Mindy, la donna del tremila, rispetto a noi ha la schiena arcuata, il gomito a 90 gradi, collo e cranio più spessi, terza palpebra e, senza grandi sorprese, il cervello più piccolo. Tutto vero? Analizziamo alcuni di questi tratti:

Testa, collo, gomito, schiena…

Il design degli oggetti tecnologici moderni, come gli smartphone e i monitor dei computer, hanno un impatto significativo sul modo in cui ci sediamo e stiamo in piedi. È stato dimostrato che adattare costantemente la posizione di schiena e collo per guardare in basso il telefono o in alto lo schermo dell’ufficio affatica parti del corpo che determinano la nostra postura. Caleb Backe, esperto di salute e benessere presso Maple Holistic hanno illustrato quali parti del corpo sono sotto pressione quando si usa la tecnologia: “Passare ore e ore a guardare il telefono affatica il collo e sbilancia la colonna vertebrale. Di conseguenza, i muscoli del collo devono compiere uno sforzo supplementare per sostenere la testa. Stare seduti davanti al computer in ufficio per ore e ore significa anche tirare il busto davanti ai fianchi anziché tenerlo dritto e allineato”.

Il legame tra tecnologia e postura è ormai assodato ed è il motivo per cui la schiena e il collo di Mindy sono inclinati verso il petto.

Uno sguardo più attento al braccio di Mindy rivela due cambiamenti anatomici significativi, causati direttamente dall’uso di un particolare dispositivo tecnologico: lo smartphone. Una condizione coniata di recente, il “text claw” (artiglio da testo), si verifica quando si impugna costantemente lo smartphone, arricciando le dita in una posizione innaturale per lunghi periodi di tempo.

Altro cambiamento fisico evidente sul braccio di Mindy: il gomito a 90 gradi. Conosciuto anche come “gomito dello smartphone”, è causato dalla posizione tipica del braccio quando si tiene e si usa lo smartphone, sia per uso generale sia per tenerlo all’orecchio durante le telefonate. L’artiglio del testo e il gomito a 90 gradi (o, in termini scientifici, la sindrome del tunnel cubitale) indicano entrambi un tipo simile di comportamento innaturale, come ha spiegato il dottor Nikola Djordjevic di Med Alert Help: “Questa sindrome è causata dalla pressione o dallo stiramento del nervo ulnare che scorre in un solco sul lato interno del gomito. Questo provoca intorpidimento o formicolio all’anulare e al mignolo, dolore all’avambraccio e debolezza alle mani. Tenere il gomito piegato per lungo tempo, il più delle volte mentre si tiene in mano il telefono, può allungare il nervo dietro il gomito ed esercitare una pressione su di esso”.

Tornando alla postura di Mindy, gli effetti della tecnologia sul collo hanno dato origine a una nuova patologia, giustamente chiamata “collo tecnologico“. In un articolo pubblicato su Health Matters, il dottor K. Daniel Riew del New York-Presbyterian Orch Spine Hospital, ha spiegato esattamente cos’è il tech neck: “Quando si lavora al computer o si guarda il telefono, i muscoli della nuca devono contrarsi per tenere la testa sollevata. Più si guarda in basso, più i muscoli devono lavorare per tenere la testa alta. Questi muscoli possono affaticarsi e indolenzirsi eccessivamente guardando smartphone e tablet o trascorrendo la maggior parte della giornata lavorativa al computer”.

mindy 3000 - Notas de Actualidad

Sappiamo tutti che la tecnologia può distrarre il nostro cervello dal lavoro importante, ma questo comporta danni a lungo termine? Dato l’impatto che potrebbe avere su tutti noi, Mindy ha sviluppato un cranio leggermente più spesso, che la protegge dai danni. Ma c’è un cambiamento in Mindy, rispetto all’uomo del duemila, che non si nota a occhio nudo. Potremmo sviluppare crani più spessi, ma se secondo ad una teoria scientifica, la tecnologia potrebbe anche cambiare le dimensioni del nostro cervello. Grazie ai progressi tecnologici nell’agricoltura, nella sanità e in molti altri settori della vita, oggi dobbiamo fare molto meno per sopravvivere. Secondo la teoria evolutiva, non sono solo le persone con un cervello più grande a essere selezionate. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che la sopravvivenza non dipende più dall’essere la persona più grande e forte della specie. Allo stesso modo, il successo riproduttivo dipende oggigiorno da un’ampia varietà di parametri, tra cui le capacità finanziarie. In futuro, le persone più esperte di tecnologia saranno probabilmente quelle che avranno più successo.

…Occhio e mente

Il cambiamento più stravagante è anche che quello che più di tutti ci accomunerà agli animali, in particolar modo uccelli e rettili, anfibi e pesci: la terza palpebra, che in zoologia è chiamata membrana nittitante, palpebra tertia o plica semilunaris della conjunctiva in termini scientifici. La sua funzione è quella di protegge ed idratare l’occhio mantenendo comunque la visibilità. Nell’uomo e in altri molti mammiferi c’è solo un piccolo residuo vestigiale all’angolo dell’occhio (eccezion fatta per il gatto e l’orso che hanno una vera e propria membrana).

Se l’uomo moderno ha un semplice residuo della terza palpebra all’angolo dell’occhio è perchè, evidentemente non ne ha avuto più bisogno, pare che nel tremila torneremo sui nostri passi: le ricerche sugli schermi che causano mal di testa, affaticamento degli occhi e persino cecità, sono ben consolidate; quindi, per combattere questo problema, Kasun Ratnayake dell’Università di Toledo suggerisce che, ci sarà uno sviluppo evolutivo radicale che potrebbe limitare la quantità di luce nociva a cui sono esposti i nostri occhi:

 

“Gli esseri umani potrebbero sviluppare una palpebra interna più grande per evitare l’esposizione a una luce eccessiva, oppure la lente dell’occhio potrebbe essere evolutivamente sviluppata in modo da bloccare la luce blu in entrata, ma non altre luci ad alta lunghezza d’onda come il verde, il giallo o il rosso”.

 

Oltre a cambiamenti di natura morfologica, lo studio che ha portato alla creazione di Mindy, annovera anche tutta una serie di cambiamenti non visibili poiché interessano la mente: si stanno rapidamente accumulando prove che dimostrano i danni che la tecnologia può avere sulla nostra mentalità. Studi recenti hanno evidenziato un legame tra l’uso di Facebook e il declino del benessere a lungo termine, e i social media sono anche accusati dell’aumento dell’ansia e della depressione infantile.

Il Dottor Sal Raichbach del Centro di trattamento Ambrosia ha riassunto le preoccupazioni attuali: “La privacy, la sicurezza e la vera e propria dipendenza dalla tecnologia sono le principali preoccupazioni quando si tratta di comunicare attraverso la tecnologia. La tecnologia si è evoluta più velocemente di quanto, i politici, gli psicologi o i genitori possano fare”. Anche dal punto di vista aziendale, la tecnologia può ostacolare le prestazioni dei dipendenti. È stato dimostrato da tempo che la luce blu emessa dai dispositivi tecnologici rovina il sonno.

Ellen Wermter di Charlottesville Neurology and Sleep Medicine spiega come questo abbia un effetto a catena sulla produttività: “C’è un fenomeno biologico che migliora la comunicazione, la creatività, la produttività, la resistenza, i tempi di reazione, la concentrazione, la memoria, l’umore e molto altro ancora: il sonno. “Una delle principali influenze sui nostri modelli di sonno è la luce, in particolare quella che riceviamo attraverso i nostri telefoni, tablet e computer portatili, che molti di noi usano fino a tarda sera e portano persino in camera da letto”.

Mindy serve a sensibilizzare non a spaventare

La realtà dietro a questo progetto, come dichiarato dagli stessi autori, è che le caratteristiche di Mindy sono plausibili ma sono state esagerate, con lo scopo di sensibilizzare: la donna del tremila rappresenta alcune preoccupazioni fondate su basi scientifiche che le aziende devono tenere a mente. La tecnologia aumenta indiscutibilmente i profitti di quasi tutte le aziende, ma la domanda che l’azienda si fa è:

“Come possiamo garantire un equilibrio tra la massimizzazione della produttività e il mantenimento del benessere dei dipendenti?”

Viene auspicata la necessità di considerare, comunque, Mindy e i suoi cambiamenti anatomici. La tecnologia, proprio come il benessere dei dipendenti, porta benefici incommensurabili all’azienda, ma c’è un punto su cui lavorare per evitare di ritrovarci ingobbiti e totalmente stressati, ovvero, il benessere aziendale, strutturato fra pause regolari, attività fisica all’interno dell’azienda, qualità dei dispositivi tecnologici, riduzione della concezione estremamente performativa dei dipendenti.

Mindy è esagerata nelle sue caratteristiche. Ma non è così impensabile immaginarci come lei quando pensiamo all’uomo del tremila. Quando leggete le caratteristiche fisiche di Mindy, nessuna di queste vi suona famigliare? Non parliamo certo del cervello rimpicciolito, mai sia, forse però tirare il busto davanti ai fianchi anziché tenerlo dritto e allineato quando stiamo davanti al computer non è una posizione così futuristica. Diciamo pure che, al netto di tutto, la terza palpebra non sarebbe poi così male da avere.