Una blatta Cyborg, ispirata alla blatta fischiante del Madagascar, uno scarafaggio endemico dell’isola che può raggiungere gli 8 centimetri di lunghezza, è stata costruita da un team di ricercatori del Riken Thin Film Device Laboratory di Tokyo. Si tratta di un cyborg metà animale e metà robot e può essere controllato tramite un joystick.
Un chip è stato collegato a delle piccole appendici esterne che ospitano i recettori sensoriali che permettono all’insetto di orientarsi nello spazio, chiamate cerci. Il chip è in grado di guidare il movimento dell’insetto tramite dei segnali elettrici inviati al sistema nervoso ed è alimentato da un minuscolo pannello fotovoltaico.
Questo cyborg potrà essere utilizzato per esplorare zone e luoghi difficilmente accessibili agli uomini o ai robot tradizionali, come, per esempio, le macerie causate da un terremoto. Il fatto che l’animale sia vivo, però, solleva dei dubbi di natura etica. Questa tecnologia non è una novità assoluta, poiché un gruppo di ricercatori del Texas aveva provato a sviluppare una tecnologia simile, senza però ottenere particolari risultati. Le blatte sono sopravvissute circa un mese dopo essere state equipaggiate con la tecnologia necessaria.