Un esame del sangue sembra che possa essere sufficiente per anticipare l’Alzheimer e diagnosticare la malattia neurodegenerativa prima che sia più grave. Ci sono 50 milioni di persone con la demenza al mondo. Uno studio della North Carolina Central University sembra aver scoperto un nuovo biomarcatore. Sono molecole, proteine o altre sostanze biologiche associate a diverse patologie. Servono a scovare e prevedere con maggior precisione le malattie come l’Alzheimer nelle persone ancora in vita. Tra i biomarcatori usati nella diagnosi del morbo di Alzheimer i principali sono i grovigli della proteina tau. Essi sono localizzati in due siti specifici chiamati p-tau181 e p-tau217.

Con il confronto di tessuto cerebrale di pazienti con Alzheimer e quello di persone sane, i ricercatori americani sono andati a scovare altri biomarcatori p-tau. Questi sono capaci di diagnosticare l’Alzheimer nelle fasi iniziali. Nello specifico si tratta di un groviglio tau dal nome p-tau198 che riconosce l’Alzheimer da altre malattie neurodegenerative con grovigli tau. Un modo per capire la differenza tra tessuto cerebrale dei pazienti con decadimento cognitivo lieve dovuto alla patologia e chi invece non ne è colpito.

 

Sia p-tau217, scoperto da altri gruppi di ricerca, sia il nuovo biomarcatore p-tau198 che abbiamo scoperto, hanno mostrato risultati promettenti per il rilevamento precoce della malattia nei nostri studi. Una malattia a progressione lenta come l’Alzheimer offre una lunga finestra di opportunità per applicare l’intervento medico se siamo in grado di rilevare precocemente i cambiamenti.

ricercatori

 

 

Gli esperti deducono che lo studio aumenti la conoscenza delle caratteristiche delle molecole e la localizzazione delle proteine coinvolte nell’Alzheimer. Un giorno tale studio potrebbe essere utile a capire quali problemi si hanno nel cervello prima che facciano altro danno.