Tatuaggi, anche gli antichi egizi ne erano affascinati

Con la moda dei pantaloni a vita bassa è scoppiata l’usanza dei tatuaggi sulla parte bassa della schiena, siamo circa negli anni 2000. Sappiamo però che la moda dei tatuaggi non è recente: Ötzi, la mummia dell’età del rame (vissuto quindi 5300 anni fa), ritrovata a Ötztal nel Tirolo del Nord, di tatuaggi ne avesse ben 61.

Alcuni scavi hanno rilevato che anche nell’Antico Egitto i tatuaggi fossero piuttosto comuni. La prima scoperta risale a circa venti anni fa, su due mummie femminili, provenienti da un’antica città chiamata Deir el-Medina, vicino al fiume Nilo. Nel corso degli anni, i rinvenimenti nel sito archeologico hanno continuato a portare alla luce ulteriori resti, tra mummie e statuette tatuate, i quali suggeriscono quanto l’usanza dei tatuaggi fosse una moda piuttosto usuale per le donne dell’antico Egitto, circa 3.000 anni fa.

La scoperta più interessante è la motivazione che si cela dietro questi disegni indelebili che sono giunti fino a noi.

Tatuaggi porta fortuna

Analizzando la pelle di una delle due mummie, i ricercatori hanno trovato tracce di un tatuaggio che raffigura una ciotola, un rituale di purificazione e una rappresentazione di Bes, il dio egizio che protegge le famiglie e le madri. Analizzando l’altra mummia, si è scoperto che si trattava di una donna di mezza età che aveva, oltre la raffigurazione di Bes, un altro tatuaggio che simboleggiava l’occhio di Horus (simbolo della prosperità e della salute) e un ulteriore tatuaggio sul collo. Nel disegno che compone il tatuaggio sulla schiena, c’è anche una linea a zig-zag che indica una palude, un luogo dove le persone andavano per rilassarsi e alleviare il dolore (come nel parto).

Mettendo insieme tutti questi elementi, i ricercatori interpretano questa usanza e la scelta di simboli specifici come un segno del fatto che i tatuaggi venivano utilizzati per chiedere agli dèi un aiuto per la gravidanza e il post-partum – con lo scopo di avere sempre addosso il proprio amuleto. Anche la scelta del posizionamento sul corpo, ovvero la parte bassa della schiena, è significativo: “Il dolore acuto alla schiena accompagna spesso il travaglio”, scrivono gli autori dello studio.

Gli autori della ricerca affermano che queste sono prime supposizioni che meritano lo studio di un numero ben maggiore di mummie per accertare la loro teoria.

Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Egyptian Archaeology.

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