Cabinet of Curiosities è un’idea di Guillermo del Toro ma la realizzazione è stata affidata anche a registi talentuosi ma decisamente più giovani: una scelta consapevole del cineasta messicano, che anche per la seconda stagione vorrebbe applicare un metodo di scelta che favorisca la formazione e l’inserimento di nuovi registi specializzati in horror e fantastico.
Tutta la mia carriera, fin dagli inizi, si è basata sul supportare la comunità. Più hai diritto di parola e più puoi farlo. Dunque ho potuto supportare Jorge Gutierrez con Book of Life o Andy Muschietti con Mammal, o Juan Antonio Bayona con Orphanage. Ma con un’antologia puoi supportare otto filmmaker in un colpo solo. Abbiamo creato una situazione in cui di base hai, diciamo, il pieno controllo.
Più che un produttore, insomma, quasi un’aspirazione a fungere da mentore per una nuova generazione di cineasti di genere:
Anche se sei in disaccordo con me – puoi esserlo – ti darò tutto il supporto possibile di modo che in un’ora andiamo a creare le condizioni ideali. (…)
Guarda, ho cinquantotto anni e ho una carriera trentennale. È un miracolo riuscire a durare tre decadi come narratore. Se posso fare qualcosa per ispirare un cambiamento nell'[impostazione produttiva del] genere, la cosa mi aggrada.
Ho una lista [di possibili nuovi registi]. Per esempio, ho provato ad avere Jayro Bustamente ma non ha potuto a causa della pandemia. Parlando di registi messicani, c’è Isaa Lopez. Doveva girare uno degli episodi ma poi ha avuto True Detective e non ha potuto. Boots Riley ha scritto e stava per dirigere un episodio ma ha avuto l’approvazione per la sua serie. Potrei andare avanti e svelarti l’intera seconda stagione, ma non lo farò!
Larry Fessenden è al 100% in cima alla lista per la seconda stagione. È uno di quei nomi che all’epoca ho combattuto per aver nominato agli Spirit Awards con Habit, che penso sia fenomenale. Sono in contatto con lui da allora. Siamo stati molto vicini a rifare The Orphanage.
Anche per la seconda stagione, dunque, vorrebbe mettere la firma sul concept dell’opera e sulle storie, ma lasciando molta autonomia ai singoli filmmaker:
Vorrei scrivere la storia iniziale e quella conclusiva per la prossima stagione, lasciando quelle centrali agli altri. Quel che faccio è curarmi di storie che non sono ancora state raccontate e che potrebbero adattarsi bene a un regista. Per esempio, The Autopsy era una storia amata dai fan dell’horror ma non largamente conosciuta, e reputata inadattabile. Dunque mi sono detto “adattiamola”.
Cabinet of Curiosities è un’antologia a tema horror, con storie inedite che svariano dal macabro, alla magia, al gotico, al grottesco. È composta da otto episodi, con due storie originali dello stesso Del Toro, e con un gruppo di autori e registi scelti dal filmmaker. Tra gli interpreti ritroviamo Crispin Glover, Ben Barnes e Rupert Grint.
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