Il Ministero del Lavoro dichiara:

 

Rispetto alla distanza del luogo di lavoro è congrua un’offerta entro 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile in cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, questo se si tratta di una prima offerta. Se, invece, si tratta di una seconda offerta può essere collocata ovunque nel territorio italiano. In caso di rinnovo del beneficio è congrua un’offerta in qualsiasi parte del territorio italiano, anche nel caso di prima offerta. In caso di rapporto di lavoro a tempo determinato o a tempo parziale, l’offerta è congrua quando il luogo di lavoro non dista più di ottanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o è comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, in caso sia di prima sia di seconda offerta.

 

 

Se nel nucleo familiare ci sono persone disabili allora le cose cambiano. La distanza non può eccedere i 100 chilometri dalla residenza del beneficiario, così come se sono presenti figli minori.

Questo dibattito sul reddito di cittadinanza ha riacceso gli animi, ma nel frattempo c’è la difficoltà da parte delle imprese di trovare profili di cui hanno bisogno. Si prevede che da oggi a quattro anni ci sia il rischio che le imprese non riescano a rintracciare i ruoli professionali di cui necessitano. Quindi per un fabbisogno di 4,3 milioni di lavoratori, si perderanno 1 milione e 350mila ricerche di personale per assenza di candidati.

La carenza di canditati riguarda cuochi e camerieri, ma anche operai edili, conduttori di mezzi di trasporto, tecnici dell’ingegneria. A giugno 2022 su quasi 560mila entrate previste, 219mila risultavano di difficile deperimento. Il perché di questa difficoltà di reperimento nel 23,7% è motivata dalla carenza di candidati.

Causa del fenomeno è lo mismatch del paese tra offerta e domanda di formazione che spiega la difficoltà di reperire profili più specializzati. Dal 2022, il mercato del lavoro italiano potrebbe avere necessità in media ogni anno di circa 238mila laureati e 335mila diplomati secondari. In più, si aggiungerebbero circa 130mila diplomati delle scuole di formazione professionale.