Un nuovo tipo di celle solari ultrasottili è stato realizzato e permetteranno di scrutare da vicino lune e pianeti con ambienti ostili. Il loro spessore pari a un millesimo di un capello umano permette a queste celle di difendere veicoli spaziali e satelliti dalle radiazioni che possono danneggiarli, prolungandone, così, la durata e migliorandone le prestazioni.

Questi dispositivi sono stati progettati e messi a punto da ricercatori dell’Università britannica di Cambridge e i risultati sono stati pubblicati sul Journal of Applied Physics. Le nuove celle solari potranno essere impiegati anche nei satelliti orbitanti attorno al nostro pianeta, in modo particolare quelli che si trovano ad altezze maggiori e che sono maggiormente esposti alle radiazioni provenienti dall’universo.

Moltissimi satelliti e veicoli spaziali possiedono celle fotovoltaiche che li alimentano convertendo in elettricità la luce solare, esponendoli, però, alle radiazioni presenti nello spazio che può danneggiarli sempre di più. Per risolvere il problema sono stati progettati due prototipi di celle ultrasottili usando l’arseniuro di gallio: per il primo hanno sovrapposto diversi strati di sostanze l’uno sull’altro, mentre il secondo prevede la presenza di uno specchio d’argento sulla parte posteriore, per migliorare l’assorbimento della luce.

I due prototipi sono stati bombardati con dei protoni per simulare le condizioni ostili dello spazio e mettere alla prova la loro resistenza. I risultati mostrano delle prestazioni di due ordini di grandezza superiori a quelle dei dispositivi con celle solari più spesse. Inoltre, grazie alle ridotte dimensioni c’è bisogno di una quantità di vetro minore che si traduce in un carico più leggero e un risparmio sui costi di lancio.