Le montagne della follia: Guillermo del Toro ci mostra il test footage del suo progetto filmico

Guillermo del Toro, nella sua carriera, ha realizzato cose fantastiche, dal miglior film con robottoni di sempre (Pacific Rim) a vincere l’Oscar per un film con protagonista un mostro anfibio (La forma dell’acqua). Due sono i sogni cinematografici finora irrealizzati: il terzo Hellboy è oramai irrecuperabile, ma c’è ancora speranza per Alle montagne della follia (At the Mountains of Madness), tratto dall’omonimo, leggendario romanzo di H. P. Lovecraft. Oggi il regista messicano ha condiviso un breve test footage inedito realizzato una decina d’anni fa dalla Industrial Light & Magic, quando il progetto era in ballo presso Universal Pictures. Pochi secondi, che rendono bene l’inquietante atmosfera di scoperta e terrore che doveva caratterizzare l’opera.

Perché pubblicarlo proprio ora? Che sia un sibillino segnale di un possibile sblocco? Potrebbe darsi: l’anno scorso il regista messicano ha affermato che, parlando dei suoi progetti futuri con Netflix in virtù del contratto pluriennale che lo lega alla piattaforma, ha (ri)lanciato tra le varie proposte proprio la pellicola horror. Il tutto potrebbe essere fattibile: Netflix per certi progetti sembra non avere paura di investire e sta richiamando a sé molti registi di pregio nel campo dell’horror e del fantastico, come anche Tim Burton e Mike Flanagan. Del Toro sta diventando un nome importante, dopo la concessione per la serie animata di Pacific Rim e i suoi Pinocchio e Cabinet of Curiosities. Del Toro oramai è (giustamente) riverito come un maestro del fantastico, con in più un Oscar in tasca, qualcosa che pochi possono vantare nel proprio curriculum, quindi non è più solo un regista “a rischio” come ai tempi del secondo Hellboy.

Rispetto alla versione del copione scritta ormai quindici anni fa, del Toro si è detto tempo fa eventualmente determinato a creare e produrre qualcosa di meno affine al blockbuster spettacolare quanto, piuttosto, “in scala minore, più bizzarro, esoterico”. Color Out of Space con Nicolas Cage, ad esempio, ha mostrato come si possa realizzare la follia lovecraftiana con un budget più contenuto, creando qualcosa di Rated-R che possa essere comunque profittevole. Quel che non cambierebbe, sicuramente, è il tono, le tematiche e il finale, decisamente non conciliante. Insomma, con Warner Bros. e Universal aveva il problema del budget e della mancanza di lieto fine: con Netflix avrebbe modo di rifinire il tutto a modo suo, restando il più fedele possibile all’originale senza sembrare un rip-off di Prometheus, paura che lo attanagliava quando era in fase di pre-produzione e il film di Ridley Scott si affacciava nelle sale.

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