Trovare tracce di microrganismi nel sottosuolo di Marte potrebbe essere più probabile di quanto si prevedesse. Questa ipotesi è suggerita da uno studio pubblicato sulla rivista Astrobiology e condotto dalla Northwestern University in cui è stato dimostrato che alcuni batteri, soprannominati ‘Conan‘, possono sopravvivere anche per 300 milioni di anni nelle condizioni del pianeta rosso.
Alcuni campioni del suolo marziano potrebbero raggiungere il pianeta Terra tra una decina di anni e solo in quel momento i ricercatori potranno cominciare ad analizzare nel dettaglio la loro composizione, soprattutto per cercare eventuali tracce di vita presenti o passate. Attualmente Marte è un pianeta freddissimo e bombardato continuamente da radiazioni che rendono estremamente improbabile la presenza di vita anche nel sottosuolo.
Studiando alcune tipologie di batteri terrestri in grado di resistere a condizioni estreme analoghe a quelle di Marte non si esclude a priori la possibilità che sul pianeta rosso possano esserci dei microrganismi in stato ibernato e pronti a riattivarsi in caso di condizioni favorevoli. Questa possibilità deriva da una serie di studi effettuati sul Deinococcus radiodurans, un batterio molto resistente e soprannominato da molti ‘Conan il batterio’.
Secondo i risultati questo tipo di batteri verrebbe ucciso in pochi minuti dalle condizioni in superficie di Marte. Al contrario, il batterio sarebbe in grado di resistere sotto terra, a 10 metri di profondità, condizioni in cui potrebbe sopravvivere per 280 milioni di anni, molto poco considerando che si stima che il pianeta rosso presentasse condizioni favorevoli alla vita diversi miliardi di anni fa.