Robot futuristici ispirati alle rughe del frutto della passione

Dei robot del futuro sono ispirati alle rughe che si formano sul frutto della passione in mancanza d’acqua. Questi robot sono in grado di modificare la propria forma per poter afferrare oggetti piccolissimi come viti, diamanti o fagioli.

Questo meccanismo permetterebbe ai sistemi robotici di adattarsi in maniera autonoma all’ambiente oltre a renderli in grado di afferrare e manipolare oggetti molto piccoli. Lo studio, guidato dalla Fudan University cinese, è stato pubblicato sulla rivista Nature Computational Science.

Il gruppo di ricerca guidato da Fan Xu descriver una modalità di formazione di queste rughe prima sconosciuta e che potrebbe rivelarsi utile per realizzare dei nanodispositivi di silicio da mettere in smartphone e computer. Prendendo ispirazione da questo meccanismo, hanno mostrato che si può imitare su gusci di silicio realizzati in laboratorio e per costruire dei robot in grado di adattare il proprio modo di afferrare gli oggetti sulla base delle loro caratteristiche.

Le rughe possono essere originate da diversi fattori, principalmente la rottura spontanea della simmetria durante la crescita e la disidratazione. Prevedere e controllare in modo accurato e preciso tali cambiamenti strutturali può essere di importanza fondamentale nella tecnologia, come nella progettazione di nanodispositivi.

Ideato il primo robot anfibio
Ideato il primo robot anfibio
Commessi robot che riforniscono gli scaffali
Commessi robot che riforniscono gli scaffali
Robot ambulanti più piccoli al mondo
Robot ambulanti più piccoli al mondo
Dito con pelle umana, la robotica è sempre più avanti
Dito con pelle umana, la robotica è sempre più avanti
Robo-fish bionico rimuove le microplastiche dagli oceani
Robo-fish bionico rimuove le microplastiche dagli oceani
Robot controllati in VR: Reachy di Pollen Robotics fa faville
Robot controllati in VR: Reachy di Pollen Robotics fa faville
Robot con la pelle di camaleonti grazie a un nuovo film nanostrutturato
Robot con la pelle di camaleonti grazie a un nuovo film nanostrutturato