Gli Anelli del Potere, la serie tv più costosa della storia ispirata alle opere di Tolkien, è finalmente disponibile su Amazon Prime Video. Ora che la serie si è conclusa quali potrebbero essere le varie trame e storie nella seconda stagione?

Sauron era divenuto uno stregone di spaventosa potenza, padrone di ombre e fantasmi, di tenebrosa sapienza e crudelissima forza, tanto da deformare tutto ciò che toccava e stravolgere tutto ciò che governava, signore di lupi mannari; il suo dominio era perenne tormento

J.R.R. Tolkien

La figura di Sauron è sempre stata centrale nella letteratura tolkieniana, Il Signore degli Anelli altro non è che un libro dedicato al grande Oscuro Signore, quindi il finale della prima stagione de Gli Anelli del Potere non poteva che essere dedicato a questo personaggio così fondamentale nell’opera del professore. Ma che cosa ha lasciato questa prima serie, oltre alle grandi polemiche che hanno fatto da sfondo alla produzione di Amazon? E per la seconda stagione si hanno già informazioni su quello che si andrà a vedere?

Pensiero finale sulla Prima Stagione de Gli Anelli del Potere

Le otto analisi che abbiamo realizzato in queste settimane hanno rappresentato un viaggio all’interno della Terra di Mezzo perché vuoi o non vuoi, canone o non canone, quello che è stato messo in scena fa parte dell’immaginario tolkieniano più puro e profondo. Un viaggio nel quale si è assistito ad una delle guerre più clamorose, ai limiti della decenza in quanto le minacce di morte ad autori solo per aver dimostrato positività nei confronti di un prodotto di entertainment non sono assolutamente accettabili.

Un viaggio paragonabile a un grande ottovolante, con dei sali e scendi degni delle montagne russe più famose al mondo

Con dei passi “falsi” sicuramente per quanto riguarda la scrittura di alcuni personaggi e vicende (vedi la chiave per attivare il Monte Fato o l’intera spedizione di Numenor) ma anche con un grande pregio: aver portato un high-fantasy ai livelli che si merita, considerando soprattutto quello a cui eravamo abituati a godere nell’ultimo periodo.

Cynthia Addai-Robinson (Queen Regent Míriel)

La differenza con la trilogia di Jackson è inevitabile anche se forse poco calzante perché stiamo parlando di due media differenti: il grande cinema contro la serialità quotidiana.

Due epoche totalmente differenti, due progetti totalmente differenti con due obiettivi altrettanto differenti. Detto ciò questa non è una difesa a 360° della serie di Amazon Prime perché di “scivoloni” ne ha fatti (come la trilogia di Jackson stessa, ma poi premiata comunque con 17 oscar), partendo forse da una campagna marketing basata su un grande bluff: aver mostrato gli alberi di Valinor e la città di Tirion, come prima immagine da mostrare al mondo, è stato alla fine dei giochi almeno per questa prima stagione controproducente in quanto tutti si aspettavano una bella retrospettiva sulla Prima Era e invece il risultato è stato un prologo fin troppo veloce. Tuttavia il grande difetto per la maggioranza delle persone che si approccia a Gli Anelli del Potere è pretendere una spiegazione e risoluzione nell’immediato, utopia in quanto probabilmente dovremo aspettare la chiusura della quinta stagione per avere un quadro più specifico dell’intera trama. Detto ciò per finire le parti deboli di questa prima stagione due su tutte: la spada/chiave con quei passaggi di testimone che sono risultati confusionari e poco chiari e in ultimo la vicenda di Numenor che è sembrata veramente fine a se stessa, con una missione di andata e ritorno non così efficace.

Gli Anelli del Potere - Episodio 5, la recensione: la guerra sta per cominciare

Ovviamente le situazioni positive sono molto di più di quelle negative, in primis il comparto tecnico con una messa in scena degna dei grandi kolossal hollywoodiani. Una recitazione sempre ad altissimi livelli con buonissime interpretazioni e mai banali (forse il doppiaggio in italiano soffre un po’) con scenografie e costumi molto vicine a quelle “tradizionali” che abbiamo amato nella trilogia di Peter Jackson.

Poi c’è la storia, la vera pietra dello scandalo di questa serie tv per molti detrattori, ma che a conti fatti riesce in modo egregio a far da ponte tra gli scritti di Tolkien ed un’interpretazione più moderna.

C’era bisogno di interpretare? Assolutamente sì, perché la serie ha voluto raccontare un nuovo punto di vista, una visione di una stessa situazione, seppur scritta, perché è così che funziona: la tradizione diventa tale anche grazie al tradimento e l’unica cosa che possiamo fare è valutare questo “tradimento”, se è stato fatto con lo spirito del suo autore oppure con solo fanatismo. Qui lo spirito del professore c’è tutto. Le analisi scritte durante queste settimane ne sono la riprova, gli showrunners hanno cercato di unire i punti liberi dove c’era bisogno, colmare i vuoti dello stesso Tolkien e magari sì “interpretare” una delle Ere più controverse e complesse dell’intera letteratura tolkieniana. Il diritto di citazione, al quale hanno più volte attinto, li hanno portati oltre i diritti acquisiti costruendo storyline magari da passi delle Lettere, dai Racconti Incompiuti, e dalla History of Middle Earth vedi il carattere di Galadriel da amazzone e guerriera, l’amicizia duratura tra Elfi e Nani o lo stesso personaggio di Gil-Galad. Ma è dove hanno potuto spaziare con la loro fantasia che si sono visti i migliori risultati come l’intera storyline degli Harfoots.

La visione dei Pelopiedi nella fase seminomade della loro storia, prima che si mettessero a scavare buchi, è quanto di più affascinante si sia visto nella prima stagione, una sorta di piccolo documentario sugli usi e costumi del popolo che poi diventerà stanziale all’interno della Contea.

Poi sì c’è la storia delle sacerdotesse che, come la storia di Numenor, sono sembrate fine a se stesse, ma hanno anche qui dato una spinta al personaggio dell’Istar che dovrà andare a Rhun insieme alla Pelopiedi Nori, personaggio nel quale viene capovolto il ruolo della classica società patriarcale dei futuri hobbit: qua assistiamo al ruolo di una giovane femmina la cui intraprendenza non è ostacolata bensì incoraggiata dai famigliari, ottimo spunto di riflessione. Quindi in conclusione una prima stagione di prologo e introduzione a tutto il mondo di Arda più che promossa, con un ottimo cliffhanger finale che anticiperà grandi cambiamenti all’interno della Terra di Mezzo: forse un finale di stagione meno epico, ma comunque molto emozionale con quella poesia dell’anello cantata che ricalcherà forse le future stagioni a venire.

Ma cosa ci aspettiamo dalla seconda stagione?

Ed eccoci alle speculazioni varie e idee per la seconda stagione con la speranza di goderne quanto prima, anche se realisticamente sarà difficile parlarne prima di novembre 2023 o forse gennaio 2024 con il Tolkien Toast a sancire la prima puntata della nuova stagione. Dunque lo “sconvolgimento” temporale della creazione degli anelli con i tre anelli degli elfi creati ci potrebbero dare un indizio sul proseguo delle prossime stagioni. Seguendo la poesia dell’anello potremmo ipotizzare proprio le varie creazioni divise per stagioni:

  • Forgiatura dei sette anelli dei Nani nella seconda stagione
  • Forgiatura dei nove anelli degl’Uomini nella terza stagione
  • Forgiatura dell’Unico Anello nella quarta stagione
  • Eventi come la Battaglia dell’Ultima Alleanza nella quinta stagione

Ricordiamo che nel finale, gli elfi si avvicinano incredibilmente alla creazione di anelli di potere sotto l’influenza di Sauron, ma i tre anelli creati, proprio come scrive Tolkien, sono stati forgiati al di fuori dell’influenza di Sauron e siccome sappiamo che gli anelli dati ai nani e agli uomini fanno parte del piano più ampio di Sauron, probabilmente vedremo l’Oscuro Signore di nuovo nell’Eregion, stavolta magari sotto le spoglie di Annatar.

Ovviamente la forgiatura degli anelli sarà una delle storyline, probabilmente la principale, ma ci sarà molto altro da visionare, una su tutto quello che accadrà a Numenor. Dopo la morte di Tar-Palantir, il consigliere Pharazon inizierà a bramare il potere dell’isola corrompendo in tutto e per tutto la cugina Miriel e facendosi corrompere ulteriormente dallo stesso Sauron: quindi la storyline di Numenor sarà molto politica e incentrata sul potere e coinvolgimento di personaggi, che farebbero qualsiasi cosa per acquisire lo stesso. Curioso sarà lo scopo che verrà dato alla sorella di Isildur, personaggio totalmente inventato, ma che ci potrà riservare diverse soprese considerando il suo avvicinarsi allo stesso Palantir. Comunque sia dopo la rivelazione di Sauron nella stagione 1, secondo quanto riferito, la stagione due de Gli anelli del potere presenterà diversi colpi di scena ancora più drammatici. Variety riporta che il capo degli Amazon Studios Jennifer Salke prende in giro queste imminenti sorprese durante il suo discorso al Mipcom il 18 ottobre.

Più intenso? Più spaventoso? Forse è meglio iniziare con il Signore Oscuro in persona. La prima stagione si è conclusa con Sauron – che era travestito da Halbrand – diretto verso Mordor e Monte Fato. Il suo obiettivo finale? Possiamo indicare la trilogia del Signore degli Anelli per le prove di ciò che accadrà, ma i suoi piani a breve e medio termine riguarderanno la vendetta su Adar e il controllo della legione di Orchi che vuole seguirlo.

Gli stessi showrunners hanno alimentato i sogni dei puristi tolkieniani con la frase “nella seconda stagione ci saranno moltissime storie canoniche a cui siamo tutti affezionati”. Probabile diversi flashback magari anche della prima Era, un rimando alle storie di Beren e Luthien, di Turin Turambar o la caduta di Gondolin che sono le tre grandi storie della Prima Era. Personaggi nuovi li vedremo sicuramente uno su tutti Cirdan il Carpentiere, colui che riceverà uno degli anelli elfici, nonché uno dei più grandi marinai e carpentieri navali del popolo degli Elfi. Fu il signore dell’Isola di Belfalas durante la Prima Era per poi diventare Sovrano dei Porti Grigi nel Lindon durante la Terza Era. Lui ci sarà ed è anche ufficiale.

Ovviamente Galadriel sarà ancora un punto principale della serie, tra l’altro ora unita in un patto di equilibrio con Elrond e Celebrimbor.

I tre anelli per i Re degli Elfi dovrebbero scongiurare qualsiasi minaccia indesiderata alla razza elfica a Mordor per il momento. Tenerli in loro possesso e assicurarsi che il potere non si corrompa è tutta un’altra questione, ed ecco qua che Cirdan avrà un ruolo fondamentale.

Per quanto riguarda i nani abbiamo visto cosa li aspetta mentre continuano a scavare: quel balrog che alla fine trasformerà Khazad-dûm nella tomba che vedremo quando appare in La compagnia dell’Anello. Ci sono migliaia di anni tra gli eventi a cui stiamo attualmente assistendo e quelli della Terza Era quindi probabilmente ci faranno vedere dei piccoli rimandi a questa vicenda anche se sappiamo già la fine di questa storia. Quello che capiamo ora è che la determinazione di Durin a cercare il mithril non si basa solo sulla sua avidità, ma crede di aver bisogno del mithril per salvare gli amici elfi quindi ci saranno altre situazioni riguardante questa parte di storia, molto rischiosa per molti, ma curiosa per altri: vediamo dove si arriverà.

Infine i nostri amici Pelopiedi continueranno il loro peregrinare lungo la Terra di Mezzo fino a trovare una bella collina magari per poter stanziare i propri raccolti, per vivere in tranquillità di agricoltura e costruire case con porte tonde, ma sicuramente non in questa seconda serie. Ci sarà moltissima attenzione alla strana coppia Nori/TheStranger che viaggeranno a est verso Rhûn, destinazione che potrebbe rivelarsi un luogo chiave nel nuovo lotto di episodi. In questo viaggio probabilmente faranno la conoscenza di altri principali attori della Terra di Mezzo, magari Ent, le Grandi Aquile e perché no anche altri Stregoni  (il nostro The Stranger potrebbe ancora essere uno dei blu).

Insomma il viaggio appena iniziato con le prime otto ore di questa prima stagione è soltanto un piccolo preambolo a tutto l’immaginario tolkieniano che probabilmente esploderà in questa attesissima seconda stagione.