The Menu è il folle thriller comedy di Mark Mylod. Azzardato, provocatorio e forse non completamente riuscito. Ironia inglese, colpi di scena studiati a tavolino e follia sono gli ingredienti del cocktail folle chiamato The Menu. Non un semplice dramedy ma un vero e proprio thriller con velate spruzzate d’ironia oscura. Ralph Fiennes piacevolmente terribile. Il film non è perfetto, alcuni nodi non svengono sbrogliati ma è senza dubbio intrigante e ricercato. 

Prima di addentrarmi nell’analisi e nella recensione di The Menu ecco a voi il trailer.

The Menu, preparatevi ad una folle degustazione

Siete mai stati in ristorante stellato noto per l’esclusività della sua clientela? Questa è l’aria che si respira nelle scene iniziali di The Menu. Immaginatevi di immergervi nella sacralità di una cucina stellata, tra gli aromi ed i sapori più ricercati del mondo. Pensate alle emozioni che potreste provare. Peccato che l’aura paradisiaca, che solo gli amanti della cucina posso percepire, venga spezzata poco dopo l’ingresso degli ospiti all’interno del famoso ristorante. 

Margot e Tyler sono la coppia più giovane tra gli ospiti della serata. Tyler è un grande ammiratore della cucina dello chef Slowik e sogna da tempo di avere l’opportunità di degustare le sue prelibatezze. Margot, invece, non sembra particolarmente interessata all’evento, anzi preferirebbe essere altrove ma sceglie di accompagnare il suo fidanzato. Tra i commensali della speciale serata figurano anche una spietata critica culinaria e il suo assistente, un famoso attore accompagnato dall’amante, un importante politico affiancato dalle moglie e un gruppo di investitori. Fin da subito lo spettatore è in grado di percepire che la cena non seguirà un normale rituale. I dipendenti del ristorante vivono nell’isola come reclusi, si definiscono una grande famiglia pronta a condividere tutti i momenti della giornata ma è evidente che nulla in realtà è come appare. 

The Menu

Gli ospiti del ristorante non sono stati invitatati dello chef ma per la maggior parte hanno volutamente acquistato l’ingresso, pagando una cifra folle, pensando di poter finalmente degustare il miglior cibo di sempre. Se il gruppo sembra casuale e non legato da punti in comune così non è. Il menù è stato studiato nei minimi dettagli così come la vita dei commensali. Per Chef Slowik non esistono segreti, conosce i suoi ospiti meglio di loro stessi. Lo chef ha appreso gli oscuri segreti di coloro che degusteranno il suo cibo, sa come tenerli in pugno e come smascherarli. Peccato che la sceneggiatura non sia stata altrettanto precisa nel svelare le modalità mediante le quali l’arguto chef sia giunto alle sue conclusioni. 

Tra rivelazioni, colpi di scena e tradimenti lo chef pian piano propone il suo ricercato e ben studiato menù. Follia e dark comedy sono i tratti distintivi del film. Preparatevi a restare senza parole di fronte ad un terribile Ralph Fiennes. 

Un menù ricco di follia e umorismo pronto da gustare

Per gli amanti della cucina raffinata The Menu è un film assolutamente imperdibile. Battute culinarie, informazioni tecniche e espedienti di cucina si susseguono a ruota durante la visione della pellicola. Ovviamente il film è perfettamente godibile e comprensibile anche dai non appassionati dei fornelli, chi però ha una particolare predilezione per il “fuoco” e la “cottura” sicuramente avrà maggiore soddisfazione durante la visione.

Come recita il folle chef “il menù è da degustare non da mangiare”. Più e più volte viene sottolineato come il cibo della nouvelle cuisine non sia assolutamente fonte di sostentamento ma un vero e proprio privilegio per il palato. Il cibo dello chef Slowik deve essere assaporato in ogni sua molecola, non ingerito senza assorbirne prima il suo irripetibile gusto. Se il cibo deve essere quindi quasi analiticamente sezionato dal palato dei commensali, così il film deve essere gustato pian piano. The Menu è una pellicola che va digerita ed analizzata nel dettaglio prima di poterla comprende a pieno. È folle, ambiziosa e non punta ad un pubblico commerciale. È un’opera rischiosa e allo stesso perfettamente consapevole dei propri rischi. Il regista ed il cast hanno abbracciato la sfida e credo che nel complesso siano stati in grado di portare a casa il risultato.

The Menu è un vero dark comedy con una forte matrice thriller che sul finale si fonde col misticismo. L’umorismo tipico dei film inglesi è il vero protagonista del lungometraggio. Ad incarnare il lato saccente, spietato e provocatorio sono i personaggi di Nicholas Hoult e Ralph Fiennes.

Hoult ripropone lo stesso registro stilistico di The Great, serie comedy di Hulu dedicata all’imperatrice Caterina di Russia. Tayler è spietato, appassionato e integerrimo. Il giovane ragazzo non si fa problemi ad ignorare i disastri della cena pur di consumare le pietanze che tanto attendeva. Non ha timori ma allo stesso tempo non è così forte come vuole sembrare, né competente.

The Menu Ralph Fiennes

Il personaggio sicuramente più sorprendente ed interessante della pellicola è Chef Slowik, interpretato da un magistrale Ralph Fiennes. Se il film non è di vostro interesse merita un’opportunità anche solo per l’interpretazione minuziosa dell’attore inglese noto per aver prestato il volto ad uno dei villain più famosi della storia del cinema, Lord Voldemort. Fiennes riesce a risultare folle, meschino e spietato senza cedere all’iper caratterizzazione. Non è mai sopra le righe, la sua interpretazione è sottile, curata e fatta di piccole movenze, sguardi e movimenti quasi impercettibili ma decisivi. Chapeau Ralph Fiennes!

The-Menu Anya

Anya Taylor-Joy è sempre divina. L’attrice classe 1996 è delicata, elegante, determinata e per la prima volta dopo New Mutants la vediamo alle prese con scene action che riesce perfettamente a portare a termine in maniera soddisfacente. Sicuramente il prossimo Furiosa è tra i film più attesi e il ruolo della Taylor-Joy sarà molto più fisico rispetto a tutti quelli che ha precedentemente ricoperto. Chissà che proprio il film sequel di Mad Max: Fury Road non sia la pellicola in grado di portare Anya all’interno di un prospero franchise cinematografico di stampo action.

Quando la passione finisce per consumarci

Come vi ho più volte ripetuto nel corso della recensione, il film è assolutamente folle ed imprevedibile. Il personaggio di Fiennes agisce in preda al desiderio di vendetta, giustizia personale e follia pura. Alcune delle sue scelte non hanno una vera motivazione, certe decisioni sono prese a tavolino senza una reale giustificazione logica scatenante. Lo chef assegna incombenze ed impartisce ordini con una precisione millimetrica ma non tutto fila come da programma. La presenza di Margot non era prevista è scombina il progetto iniziale dello chef. 

Durante il lungometraggio imparerete a conoscere il passato del noto cuoco, i suoi segreti e le sue origini. Chef Slowik ha origini umili e una lunga gavetta alle spalle, il suo percorso ricco di passione l’ha forgiato e portato dove è oggi. Forse solo il ritorno alle origini sarà in grado di riaccendere la passione che inizialmente l’ha smosso. Solo un salto nella cucina del passato sarà in grado di riportare alla luce l’umanità perduta. Peccato che non tutti conoscono le carte da giocare nel momento decisivo. Forse solo un personaggio ha la capacità giusta per carpire i segreti dello chef e salvarsi dalla terribile cena. 

Il finale è impronosticabile, sfiora il misticismo e conferma la visione di setta che lo spettatore poteva essersi formato all’inizio. Un finale spiazzante ma annunciato dal protagonista fin dai primi minuti, forse proprio perché sotto il nostro naso per tutta la durata del lungometraggio appariva impensabile. 

72
The Menu
Recensione di Chiara Giovannini

The Menu è il comedy thriller di cui avevamo bisogno. Grazie al black humor inglese la pellicola sorprende e diverte, spiazza e coinvolge. The Menu è folle, assurdo e senza perdono. Ralph Fiennes è magistrale.

ME GUSTA
  • Black Humor ricercato e mai banale
  • Interpretazione eccellente di Ralph Fiennes
  • Il film è imprevedibile
  • Una pellicola mai scontata e spiazzante
FAIL
  • Non tutti i nodi vengono al pettine