Il Disturbo Dissociativo dell’Identità spiegato dalle neuroscienze

Disturbo Dissociativo dell’Identità

Il mondo dei disturbi è vasto e complesso e a molti risulta essere sconosciuto. Per questo a volte si guarda tutto questo con un occhio di scetticismo. Qui di seguito verrà approfondito nello specifico un disturbo.

Quando si sente parlare di Disturbo dissociativo dell’Identità, si ha l’impressione che si tratti di un argomento piuttosto controverso. Questo disturbo, infatti, è uno dei più discussi e dibattuti in ambito psichiatrico. Esso affascina ma spaventa allo stesso tempo in quanto non si riesce, da subito, a comprenderlo ottimamente. A tal proposito sono anche molti gli scetticismi riguardo al disturbo dissociativo di personalità. Questo sicuramente è dovuto al fatto che non se ne ha sempre una chiara conoscenza.

Da questo punto di vista molto utile è il contributo che viene fornito da parte delle neuroscienze. Esse, trattando la tematica secondo linee neurobiologiche e scientifiche, cercano di sciogliere ogni dubbio su questo disturbo. Di tutto questo se ne parlerà meglio in questo articolo per avere informazioni utili circa questo disturbo e le caratteristiche che presenta.

Disturbo dissociativo dell’Identità: di cosa si tratta?

Prima di comprendere come le neuroscienze trattano il Disturbo Dissociativo dell’Identità, è utile sottolineare che cos’è questo disturbo.

Esso è visto come l’esito di processi dissociativi che operano per attuare una scissione e sconnessione tra le funzioni integrative del soggetto. Questo disturbo, infatti, implica una vera e propria dissociazione tra le varie funzionalità del soggetto come la memoria, la coscienza, l’identità e così via. Tutto questo avviene non a caso ma per un motivo ben preciso: si tratta di un modo per far fronte a situazioni travolgenti.

Ed infatti la dissociazione è un meccanismo di difesa ben noto in ambito psichiatrico e psicologico. Esso è una modalità di risposta da parte del soggetto ad un evento stressante; parliamo per esempio di abuso, violenza o un trauma. Questo meccanismo di difesa protegge, appunto, il soggetto e gli permette di dissociarsi da tutto ciò che è doloroso.

Ovviamente diviene un problema e patologico nel caso in cui sia attivato a lungo. In quest’ultimo caso, infatti, la dissociazione comporta la formazione di una serie di identità. Vengono create, quindi, varie identità isolate che operano in modo autonomo e singolo.

Insomma ogni singola identità va a controllare il Sé ma ha anche caratteristiche proprie. Ad esempio, possono avere età diverse, allergie, parlare lingue diverse e così via.

Va da sé, quindi, che chi soffre di questo disturbo spesso appare come bizzarro e, soprattutto, come dominato da varie identità. Proprio per questo c’è un alto scetticismo riguardo a questo disturbo perché spesso appare come insensato o di difficile comprensione. Non è un caso che sia così diffusa l’idea strana di persone che hanno personalità multiple.

Neuroscienze e Disturbo Dissociativo dell’Identità

Nonostante appaia spesso come un disturbo strano o di difficile comprensione, esso viene riconosciuto come disturbo ufficiale. Dopo ben due edizioni del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders), ossia il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, è stato inserito al suo interno e ha una sua categoria diagnostica. Questo è utile perché, grazie al DSM, oggi viene maggiormente riconosciuto e diagnosticato.

Sicuramente questo è stato un passo in avanti ma a livello informale c’è ancora tanta confusione. Si tratti di un disturbo che non si conosce molto. Le neuroscienze, però, in questo ci vengono in aiuto, poiché  ci portano a conoscere e a sapere qualcosa in più a tal proposito.

Diversi studi, infatti, sono stati effettuati per indagare le emozioni legate al trauma e come il cervello risponde a tali eventi. Cosa se ne è dedotto? Si è visto, ad esempio, che eventi stressanti causano e possono causare un malfunzionamento delle aree cerebrali che elaborano le esperienze. Tra queste aree ritroviamo la corteccia prefrontale mediale, il cingolo anteriore e posteriore, la corteccia parietale o il talamo (Frewen e Lanius, 2017)

Inoltre, le emozioni negative legate al trauma causano uno stato di iper-vigilanza. Tale stato provoca un aumento del rilascio di dopamina, adrenalina, e un aumento dell’attività dei circuiti glutammatergici e aceticolinergici.

Questo, a sua volta, causa uno stato di iperattivazione del rilascio di neurotrasmettitori inibitori. Ed è questo, di conseguenza, a causare un’iperpolarizzazione del talamo che porta a una disconnessione delle aree coinvolte nella trasmissione delle informazioni. Questo evento è noto come Disritmia Talamo Corticale (DTC; Llìnas e Ribary, 2001).

Ciò spiega il perché alcune capacità siano messe in discussione. Tale evento causa il fallimento nell’integrazione di comportamento, memoria, sensazione ed emozione. Esso è quindi alla base dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico e dei disturbi dissociativi (Lanius e Bergmann, 2014).

Tale evento inoltre conferma un’altra cosa: la dissociazione non è altro che il risultato del fallimento di queste capacità di fronte al trauma e spiega anche la presenza di un’amnesia accentuata che si manifesta in concomitanza all’emergere di uno stato dissociato del Sé nella memoria. Tutto ciò aiuta a comprendere quanto, effettivamente, la dissociazione sia legata alla risposta cerebrale al trauma.

 

 

Stigmatizzazione interiorizzata: essere vittime del sé
Stigmatizzazione interiorizzata: essere vittime del sé
Ricordando chi siamo: la costruzione dell'identità attraverso la memoria
Ricordando chi siamo: la costruzione dell'identità attraverso la memoria
Autismo: scoperta una nuova causa
Autismo: scoperta una nuova causa
Acquisto compulsivo: cos’è e come si può curare
Acquisto compulsivo: cos’è e come si può curare
Disturbi somatici: la causa nei bambini e negli adolescenti
Disturbi somatici: la causa nei bambini e negli adolescenti
Identità: passato, presente e futuro di noi stessi
Identità: passato, presente e futuro di noi stessi
Alimentazione: i disturbi nello sport femminile
Alimentazione: i disturbi nello sport femminile