Un gruppo di ricerca italo – statunitense si è reso di recente protagonista di uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology tramite il quale è stato possibile esaminare il DNA antico che si trova nelle ossa all’interno dei calchi di alcune vittime di Pompei. Ed esattamente vittime dell’eruzione del Vesuvio avvenuta a Pompei nel 79 d.C.
Quali sono stati i risultati? Dallo studio è emerso che occorre rivedere del tutto quella che è la tradizionale interpretazione attribuita proprio a tali calchi. Infatti è emerso, ad esempio, che alcuni individui che erano stati identificati come appartenenti ad uno stesso nucleo familiare in realtà non avevano tra di loro nessun legame di parentela. Oppure resti identificati come appartenenti a delle donne in realtà sono risultati appartenenti a degli uomini. Ma non solo, l’analisi del DNA antico ha permesso anche di scoprire che alcune di queste persone erano di origine africana oppure mediorientale.
I risultati dello studio
Il nuovo studio condotto dal gruppo di ricerca italo-statunitense, da Harvard a Firenze, si è sviluppato estraendo il DNA dalle ossa di sette individui dai quali in diverse aree della città sono stati ricavati i calchi. Tra i gruppi di calchi studiati maggiormente vi troviamo quello della “Casa del bracciale d’oro” che deve il suo nome alla presenza di un bracciale d’oro indossato da uno dei quattro individui trovati all’interno di una ricca casa.
In un primo momento i ricercatori hanno individuato i quattro, due adulti e due bambini, come una famiglia composta da padre e madre e due figli. Ma l’analisi del DNA antico ha svelato il contrario. I membri ritrovati non appartenevano alla stessa famiglia ed inoltre l’individuo che teneva in braccio il bambino e indossava il bracciale non era una donna ma un uomo.